Cos’è?
Si comprendono nel termine “eutanasia” gli interventi medici che prevedono la somministrazione diretta di un farmaco letale al paziente che ne fa richiesta e soddisfa determinati requisiti. Al momento l’eutanasia è illegale in Italia.
Grazie alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, in Italia è invece possibile richiedere il suicidio medicalmente assistito, ossia l’aiuto indiretto a morire da parte di un medico. le condizioni richieste sono quattro: la persona che ne fa richiesta deve essere pienamente capace di intendere e volere, deve avere una patologia irreversibile portatrice di gravi sofferenze fisiche o psichiche, e deve sopravvivere grazie a trattamenti di sostegno vitale.
L’Associazione Luca Coscioni, insieme a Radicali Italiani e grazie soprattutto a Piergiorgio Welby, fin dalla sua fondazione si batte per ottenere una legge sulla legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio medialmente assistito in Italia con il fine di riconoscere la piena libertà di autodeterminazione anche alla persona malata. La nostra Associazione punta a smascherare il fenomeno dell’eutanasia clandestina e stimola un dibattito parlamentare sul tema.
Attualmente in Italia l’eutanasia costituisce reato e rientra nelle ipotesi previste e punite dall’articolo 579 (Omicidio del consenziente) o dall’articolo 580 (Istigazione o aiuto al suicidio) del Codice Penale. Al contrario, il suicidio medicalmente assistito in determinati casi e la sospensione delle cure – intesa come eutanasia passiva – costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione e alla legge 219/2017.
EUTANASIA
Il termine eutanasia indica l’atto di procurare intenzionalmente e in modo indolore la morte di una persona cosciente e in grado di capire le conseguenze delle prorpie azioni e che ne fa esplicita richiesta.
L’eutanasia è illegale in Italia (articolo 579, omicidio del consenziente).
SUICIDIO ASSISTITO
Il suicidio assistito indica l’atto attraverso cui la persona che ne fa richiesta, sempre nelle sue piene capacità cognitive, si autosomministra il farmaco letale per porre fine alle proprie sofferenze.
In Italia, grazie alla disobbedienza civile di Marco Cappato per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani (sentenza 242 della Corte costituzionale) è possibile in determinate circostanze.
L’ITER PER IL SUICIDIO ASSISTITO IN ITALIA
La persona malata, che vuole chiedere il suicidio assistito in Italia, deve rivolgersi alla struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, direttamente o tramite il medico curante, per la verifica della presenza dei requisiti indispensabili previsti dalla sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019.
Occorre accertare, da un punto di vista medico, la presenza dei requisiti e indicare le modalità di autosomministrazione, oltre ad appurare che la volontà dell’interessato sia stata manifestata in modo chiaro e univoco e che il paziente sia stato adeguatamente informato sia sulle sue condizioni, sia sulle possibili soluzioni alternative, come l’accesso alle cure palliative ed eventualmente alla sedazione profonda continua.
Al completamento di questa procedura, il fascicolo sarà inviato al comitato etico, soggetto terzo, che ha il compito di verificare la conformità del caso con la procedura prevista dalla sentenza della Corte.
DIFFERENZA TRA EUTANASIA E SUICIDIO ASSISTITO
Le due pratiche hanno in comune la volontà (libera e consapevole) della persona (cosciente e in grado di capire le conseguenze delle proprie azioni) che ne fa richiesta e l’esito finale (voluto dalla persona). La differenza riguarda le modalità di escuzione e di coinvolgimento altrui: nel caso del suicidio medicalmente assistito è il paziente ad autosomministrarsi il farmaco letale, l’eutanasia invece prevece l’intervento di un medico per la somministrazione.
SOSPENSIONE DEI TRATTAMENTI SANITARI
La sospensione e il rifiuto delle cure sono previsti dall’articolo 32 della Costituzione (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”) e dall’articolo 13 (“La libertà personale è inviolabile”). Sono altresì diritti ribaditi dalla recente legge 219 del 2017: “nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”. Tra questi trattamenti rientrano la nutrizione e l’idratazione artificiale, in quanto somministrazione di nutrienti attraverso dispositivi medici. La rinuncia a questi, così come agli altri trattamenti come la giurisprudenza afferma (farmaci e/o assistenza), può avere come conseguenza diretta o indiretta la morte della persona che revoca il proprio consenso.
SEDAZIONE PROFONDA E CONTINUA (O PALLIATIVA)
La sedazione profonda ha lo scopo di ridurre il dolore intrattabile riducendo la coscienza della persona che la richiede fino al suo annullamento. Possono farvi ricorso persone affette da malattie in stadio avanzato e i cui sintomi sono intrattabili altrimenti.
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A che punto è il parlamento?
Grazie alla campagna “Eutanasia Legale” promossa dall’Associazione Luca Coscioni, il 3 marzo 2016, per la prima volta nella storia del Parlamento italiano, è iniziato il dibattito sulle “Norme in materia di eutanasia” senza mai arrivare a una votazione. Nel gennaio 2019 il Parlamento ha ripreso il dibattito sotto la spinta della Corte costituzionale, ma anche questo si è arenato senza portare a un testo base.
Affinché riprenda la discussione, l’Associazione Luca Coscioni ha agevolato la creazione di un intergruppo parlamentare.
Il 10 marzo 2021 una proposta di legge sul fine vita ha ricevuto il primo via libera dall’Aula della Camera con 253 voti a favore e 117 contrari ed un astenuto. Ad oggi, questa proposta di legge è attualmente ferma al Senato.
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