Chi è Daniela

Daniela Gabriele era una giovane donna di soli 36 anni quando nel 2020 ha scoperto di essere affetta da un tumore neuroendocrino in stadio avanzato, già metastatico e non trattabile.

I medici infatti, in assenza di valide alternative terapeutiche, si limitavano a proporre una chemioterapia a basso dosaggio. 

A causa di un repentino e celere peggioramento della sintomatologia (tanto da costringere Daniela alla semi-immobilità), la giovane iniziava ad assumere una robusta terapia sedo-analgesica in infusione continua nelle 24 ore.

La domanda al Servizio Sanitario Nazionale

Vista l’insopportabilità delle sue sofferenza e il certo esito nefasto della patologia, nel pieno esercizio della sua libertà di autodeterminazione, in data 8 febbraio 2021 inviava la richiesta di verifica delle sue condizioni, per accedere alla morte assistita ai sensi della sentenza 242/2019, all’ASL Roma 2 e al Comitato etico “LAZIO 2” dov’era in cura nonché alla sua ASL di sua residenza in Puglia.

Daniela, senza essere sottoposta alla verifica delle sue condizioni da parte della competente Commissione medica multidisciplinare, riceveva il diniego della ASL Roma 2 perché, a suo dire, la sentenza “Cappato/Dj Fabo” non avrebbe introdotto “il dovere degli enti del SSN di praticare attivamente attività volte a dare la morte al paziente”.

A seguito di questo diniego Daniela, per il tramite dei propri legali*, inviava una diffida ad adempiere e una contestuale lettera di messa in mora alla ASL Roma 2, con cui chiedeva di essere sottoposta, come previsto dalla Consulta, alla verifica delle condizioni nelle modalità previste dalla sentenza n. 242/2019.

A seguito di questa richiesta, la ASL Roma 2 e il Comitato etico territorialmente competente esprimevano il proprio diniego alla richiesta di accesso alla morte medicalmente assistita, mediante autosomministrazione del farmaco letale, senza effettuare – ancora una volta – le opportune e dovute verifiche delle condizioni di salute di Daniela.

Il ricorso d’urgenza

Daniela a fronte dell’ingiustificato e infondato diniego della ASL, che neanche la sottoponeva alle opportune verifiche prima di decidere sulla sua richiesta, ricorreva al Tribunale di Roma affinché condannasse la ASL Roma 2, previo parere del competente Comitato etico, a eseguire le verifiche delle condizioni di cui alla sentenza n. 242/2019. L’udienza veniva fissata per il 22.06.2021.

Daniela moriva il giorno 5 giugno 2021, prima dell’udienza.

La decisione del Tribunale civile di Roma

Tuttavia, nonostante i legali di Daniela avessero reso noto il suo decesso e chiesto quindi che il giudizio si interrompesse prima dell’udienza fissata, il G.I. del Tribunale di Roma decideva comunque la causa.

Il Giudice rigettava la domanda di Daniela affermando che “il Tribunale ritiene che il compito che la Costituzione attribuisce alla Corte costituzionale non comprenda l’attività di indirizzo politico la quale non mira ad attuare la Costituzione, bensì ad individuare gli obiettivi e i mezzi idonei a perseguirli nei limiti e nel rispetto della Costituzione. In conclusione, il ricorso non può essere accolto” disapplicando di fatto la portata di una sentenza di incostituzionalità che, come previsto dalla Carta costituzionale, ha portata normativa, determinando così la modifica della normativa vigente.

➡ QUI il testo della ordinanza del Tribunale di Roma

QUI il video appello di Daniela

 

* Ultimo aggiornamento del 12 marzo 2024

* Il collegio difensivo di Daniela Gabriele era formato dagli avvocati Filomena Gallo, Cinzia Ammirati, Massimo Clara, Angioletto Calandrini, Francesca Re, Rocco Berardo e Francesco Di Paola.