Chi è Laura Santi
Laura Santi, consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni, è una donna di 48 anni, affetta da oltre 25 anni da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, che ha iniziato il suo decorso progressivo nel 2014, fino ad arrivare alla forma attuale.
Oggi, a causa del progredire della patologia, Laura è triplegica; ha perso completamente l’uso del braccio sinistro; ha parzialmente perso l’attività del tronco; ha una vescica neurologica con necessità di cateterismo intermittente (e annesse infezioni ricorrenti); intestino neurologico; doppia incontinenza; una fatica centrale (è così definita, ed è una fatica precisa e clinicamente definita, diversa da quella comune) che ogni singolo giorno la costringe a letto, in silenzio e in penombra, per almeno 3 ore; una spasticità severa che non può curare con terapie efficaci (come la cannabis terapeutica) ed è epilettica.
Laura ha difficoltà a svolgere qualsiasi attività o anche banale movimento e necessita dell’assistenza continua dei suoi caregivers, tra cui il marito Stefano. Ma nonostante ciò, oltre tutte le sue difficoltà e dolori, continua instancabilmente a battersi da attivista politica.
Laura chiede il rispetto della sua libertà di scelta nel fine vita e che sia applicata la sentenza Cappato affinché, quando non riuscirà più a sopportare il proprio dolore, potrà accedere all’aiuto alla morte medicalmente assistita perché avrà già ottenuto il parere positivo da parte della propria ASL.
Non vuole quindi arrivare “al limite” e aspettare oltre per avere il via libera, con la possibilità che un domani le verifiche e il parere finale tardino ad arrivare e lei sia costretta a morire come non vuole.
La domanda al SSN
Il 20 novembre 2022, Laura ha chiesto alla propria ASL la verifica dei requisiti previsti dalla sentenza Cappato
La AUSL Umbria 1, solamente dopo più solleciti da parte dei legali di Laura (assistita dagli avvocati Filomena Gallo, Francesca Re, Angioletto Calandrini e dalla dottoressa Alessia Cicatelli), effettuava le visite ed i dovuti colloqui al fine di verificare la sussistenza dei requisiti previsti dalla sentenza Cappato.
Nella relazione il gruppo medico multidisciplinare non individuava però le “modalità di esecuzione” e cioè il farmaco letale e la metodica di autosomministrazione.
Non solo, ma la ASL non aveva neanche acquisito il parere del comitato etico territorialmente competente.
La relazione e l’intera procedura erano quindi incomplete.
Il ricorso d’urgenza
Laura quindi ricorreva d’urgenza (ex art. 700 c.p.c.) al Tribunale ordinario di Perugia affinché ordinasse alla ASL di completare la relazione medica, indicando anche il farmaco letale e le modalità di autosomministrazione, e di acquisire il parere del comitato etico.
All’esito di questi adempimenti, chiedeva anche che il Tribunale ordinasse alla ASL di completare la procedura di assistenza alla morte medicalmente volontaria e fornire sia il farmaco letale che la strumentazione per la sua autosomministrazione, sia indicando un proprio medico disponibile ad assistere Laura nella stessa procedura.
L’Azienda sanitaria umbra si costituiva in giudizio chiedendo il rigetto delle domande di Laura, evidenziando come non fosse neanche obbligata a chiedere il parere del comitato etico e che comunque Laura non soddisfava i requisiti di cui alla sentenza Cappato e quindi era superfluo completare la relazione medica indicando il farmaco letale e le metodiche di sua autosomministrazione.
La decisione del Tribunale civile di Perugia
Il 20 giugno 2023 si svolgeva la prima udienza davanti al Tribunale di Perugia che decideva la causa con ordinanza di parziale accoglimento nel luglio 2023.
Il Giudice accertava il diritto di Laura ad ottenere un parere espresso del Comitato etico regionale, nonché il suo diritto, qualora all’esito del parere del Comitato etico e delle valutazioni rimesse ad AUSL vengano individuate positivamente le condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito, ad ottenere che la AUSL Umbria 1 indichi anche le modalità di attuazione del fine vita, individuando farmaco e posologia.
Il reclamo
La decisione del Tribunale di Perugia era però parziale: accertava sì il diritto di Laura, ma non ordinava alla ASUL Umbria 1 né ad altri organi eventualmente legittimati di effettuare tutti gli adempimenti necessari a rendere possibile l’esercizio di quei diritti.
Per questo motivo Laura, attraverso i suoi legali, ha proposto reclamo contro la decisione del Tribunale perugino affinché fosse modificata e quindi, oltre all’accertamento del diritto, fossero ordinate tutte quelle azioni necessarie per renderlo effettivo e permetterle quindi di esercitarlo.
Laura chiede che i Giudici rivedano la decisione di primo grado e ordinino il completamento di tutte le verifiche e della procedura delineata dalla sentenza “Cappato”.
Attualmente Laura attende ancora che sia fissata l’udienza di comparizione delle parti.
L’esposto
Il 31 maggio 2023, presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Perugia, Laura depositava anche un esposto al fine di accertare se la condotta della AUSL Umbria 1 integri il reato di omissione di atti d’ufficio (art. 328 c.p.) per aver omesso, per oltre 7 mesi, di fornire una risposta completa che consentisse di concludere la procedura prevista dalla sentenza n. 242/2019 per accedere all’ aiuto al “suicidio assistito”.
— Ultimo aggiornamento: 1° settembre 2023 —