Fini trova sponde bioetiche nel Ppe

Rifiuto dell’eutanasia attiva, opposizione a ogni forma di accanimento terapeutico, un ruolo riconosciuto alla famiglia e soprattutto, su alimentazione e idratazione, "è da riconoscere alla sfera di autodeterminazione la possibilità di non fruire delle stesse"


, Queste, in estrema sintesi, le conclusioni stilate al termine di un seminario a porte chiuse che si è tenuto lo scorso 9 ottobre tra la fondazione FareFuturo di Gianfranco Fini e la Adenauer Stifitung della Cdu di Angela Merkel. Si tratta di posizioni destinate quasi sicuramente a condizionare il dibattito parlamentare intorno alla legge sul testamento biologico che entrerà nel vivo, alla Camera, a dicembre. Tra i membri politici del comitato di FareFuturo si segnala, non a caso, Benedetto Della Vedova, il deputato del Pdl – area Fini – autore di alcuni emendamenti al ddl Calabrò sul fine vita e sopra-tutto tra i promotori di un appello rivolto a Silvio Berlusconi "per il disarmo ideologico" in tema di bioetica. Dice Adolfo Urso, il viceministro e direttore della fondazione FareFuturo: "C`è stata ampia condivisione di idee con gli esperti della Adenauer. Questo dimostra anche come, lungi dal poter essere semplicisticamente definite `laiciste,` le posizioni di FareFuturo (e dell’area finiana del Pdl, ndr) sono al contrario pienamente riconosciute nell’alveo della cultura del popolarismo europeo". La Adenauer Stifftung è difatti la fondazione che fa riferimento alla Cdu tedesca peraltro storicamente collegata, in Italia, a l’Udc e in particolare a Rocco Buttiglione, oggi – al contrario – su posizioni molto distanti, in tema di biopolitica, da quelle del governo Merkel. Dice Buttiglione al Foglio: "Mi sembra che le conclusioni di questo seminario ricalchino la legge sul fine vita approvata di recente in Germania dopo un intenso dibattito che ha profondamente diviso la Cdu. Si tratta di una legge come tante altre in Europa, di certo non la migliore. Le posizioni della Adenauer non mi sorprendono. Dal mio punto di vista, sul principio di autodeterminazíone prevale la necessità di tutelare la vita – conclude il presidente dell’Udc – poi è chiaro che la legge in discussione alla Camera è da emendare e migliorare". Buttiglione si è da tempo incaricato di una mediazione bipartisan, che coinvolge anche l’area considerata più laica del Pdl, ovvero quella afferente al presidente della Camera Fini. Un lavoro di diplomazia per adesso congelato, così come è stato allungato l’iter della legge stessa, ma che ha interessato esponenti del Pd cattolico tra i quali l’onorevole Paola Binetti. Quello dello scorso 9 ottobre è stato il terzo seminario privatissimo tra la fondazione di Fini e quella di Merkel, perno di un programma annuale di collaborazione che si concluderà il 27 novembre con un intervento del presidente della Camera nella sede comasca della fondazione tedesca. Un piano che nel suo complesso rafforza la fondazione (e il progetto politico) di Fini all’interno del Ppe ma che servirà anche, nel caso specifico del fine vita, ad affermare l’impostazione, sì laica, ma come ripete Urso "orientata verso l’orizzonte culturale del popolarismo europeo. Cristiano e cattolico". Difatti, oltre la Adenauer, è la cattolica Faes di José Maria Aznar (l’ex primo ministro spagnolo legato a Fini da un rapporto di amicizia) il grande alleato europeo di FareFuturo. Con Aznar, Finì condusse un’offensiva per inserire un richiamo alle radici cristiane all’interno della Costituzione europea e con Aznar, il 12 ottobre scorso a Roma, FareFuturo ha presentato un report sullo stato dell’Unione europea. Gli obiettivi del presidente della Camera sono espliciti: smilitarizzare il confronto parlamentare sul fine vita, o ancora meglio ottenere una dilazione sine die della legge, mediare con il mondo cattolico italiano, rafforzare le alleanze culturali all’interno del Ppe e allontanare l’immagine laicista che suo malgrado gli è stata cucita addosso negli ultimi anni, specie dopo il referendum sulla legge 40.

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