I cittadini potrebbero così decidere se “staccare la spina”
Vicenza muove i primi passi per l’istituzione del Registro dei testamenti biologici. Il caso di Eluana Englaro, la donna che dopo un incidente stradale ha vissuto in stato vegetativo per 17 anni, fino alla morte naturale sopraggiunta in seguito alla sospensione della nutrizione artificiale, è ancora vivo. La richiesta di papà Beppino di interrompere l’alimentazione forzata, considerata un inutile accanimento terapeutico, ha sviluppato un enorme dibattito sui temi legati alle questioni di fine-vita.
Dopo un lungo iter giudiziario, l’istanza è stata accolta dalla magistratura per mancanza di possibilità di recupero della coscienza ed in base alla volontà della ragazza, ricostruita tramite testimonianze. Il caso Englaro ha riaperto il dibattito su un’eventuale legge che prenda in considerazione forme di testamento biologico. Nei giorni scorsi in Comune a Vicenza è stata presentata una proposta di mozione, primo firmatario Giovanni Rolando seguito da altre 14 firme, che chiedono al sindaco e alla giunta l’istituzione presso gli uffici del Comune del Registro dei testamenti biologici. Funzionerebbe così: i cittadini che desiderano si recano in Comune e compilano (in alcuni municipi questo accade sotto il controllo di un notaio) una dichiarazione in cui decidono in modo autonomo e nel pieno possesso delle loro facoltà sul trattamento sanitario di fine-vita. Decidono cioè, come testimonianza certa e depositata volontariamente, se la loro spina dovrà essere staccata qualora si trovassero in stato vegetativo irreversibile, assodato dai medici, «senza alcuna possibilità di un qualche sia pur flebile recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno».
«In Italia – ricorda Rolando – manca una legge che disciplina la materia: la giurisprudenza costante riconosce le volontà espresse nel testamento e comunque si è sempre trovata una soluzione tra medici e familiari. Il tema – osserva – è molto sentito a Vicenza». Una manciata i Comuni italiani che hanno attivato il registro. Tra questi Roma dove – racconta Rolando – c’è una lista d’attesa per registrare le proprie volontà che arriva a settembre. «Vorremmo essere apripista in Veneto: la mozione potrebbe andare in consiglio entro la metà di luglio e ha un sostegno bipartisan». La firmano tra gli altri 5 capigruppo: oltre a Rolando (lista Variati), Formisano (Pd), Soprana (Vicenza Capoluogo), Cicero (Impegno a 360°), Bottene (Vicenza Libera). C’è anche la presidente della commissione Cultura, Isabella Sala. Ma i diretti promotori per quale volontà opterebbero? Non ha dubbi Rolando: «Esprimerei la volontà di porre fine ad un calvario». Stessa idea per Filippo Zanetti, di Vicenza Capoluogo, caposcout con cultura cattolica: «Se fosse per il Padre Eterno – sostiene – una persona che vive solo grazie ad una macchina sarebbe già morta, non vedo perché accanirsi». Per Giovanni Diamanti (lista Variati) «questo tema attiene ai diritti civili, non alla sfera religiosa».