TITANIC

<i>"Il mondo è un gigantesco Titanic lanciato sulla rotta sbagliata. C´è solo un modo per sopravvivere: salire sulle scialuppe e, in attesa di tornare a terra, a vivere insieme"
A. Sofri</i>

<b>20 Novembre 2003</b> – L´allegoria del Titanic si adatta alla perfezione ad un mondo-Titanic dove gli abitanti-passeggeri continuano a ballare mentre pochi uomini dell´equipaggio stanno guardando l´iceberg che minacciosamente entra in rotta di collisione. Quell´iceberg ha molti nomi: sovrappopolazione, fame, pandemie, fondamentalismi, antisemitismo, nazionalismo, inquinamento ecc. Il collante che unisce il tutto rendendolo massa coesa e distruttiva è la mancanza di Democrazia e il perdurare delle -tirannie-. Si può trattare con i tiranni? Nel giudizio dei morti del Gorgia, solo ai tiranni e agli animi tirannici sono riservate punizioni definitive e irreversibili. Solo i tiranni, infatti, bloccano completamente la discussione e l´apprendimento con la loro violenza e la loro sete di potere. Come possiamo sottrarci al disastro incombente? Salire sulle scialuppe e attendere al riparo che la tragedia si compia è un´alternativa possibile? No! Noi, siamo già saliti sulle scialuppe e ci siamo illusi di poter fare da spettatori di una catastrofe che non ci avrebbe travolto. Siamo saliti sulle scialuppe quando abbiamo trattato con le dittature, quando abbiamo rinunciato, in nome di un -rispetto ipocrita- per le culture antropologiche, a condividere con tutta l´umanità i diritti che consideriamo inalienabili, siamo saliti sulle scialuppe tutte le volte che di fronte ad un genocidio o una pulizia etnica ci siamo coperti gli occhi, siamo saliti sulle scialuppe quando abbiamo barattato la nostra tranquillità con l´ipocrisia verso il terrorismo. Non ci sono più scialuppe dove riparare. Adesso da spettatori siamo diventati attori involontari e ci troviamo a dover respingere l´arrembaggio degli affamati, dei profughi di mille guerre, dei perseguitati politici e degli animi avvelenati dalle scuole dell´odio. Le nostre scialuppe fanno acqua, fanno acqua le vecchie politiche, contiamo i morti, e scrutiamo l´orizzonte in attesa di -nuovi barbari- di -nuove barbarie- ma questa volta non possiamo né fingere che non vengano per noi né gettare oro sul piatto della bilancia. Questa volta dovremo dividere con loro i nostri beni: la Democrazia e i Diritti umani. Siamo chiamati a sostenere una prova impegnativa e lacerante ma chi non sa mettersi alla prova, è condannato alla ristrettezza e alla meschinità della propria identità.