TEMPO SCADUTO! Le parole di Luca Coscioni

di Pasquale Quaranta

Le parole di Luca Coscioni Ricerca scientifica e diritti della persona: l’ultima esemplare testimonianza rilasciata da un combattente per la laicità dello Stato da poco scomparso

Fosse qui davanti a me, non potrei sentire la sua voce. Luca Coscioni, nato a Orvieto nel 1967, insegnava Politica economica all’Università di Viterbo. Si stava allenando per partecipare alla maratona di New York quando scopre di avere una malattia oggi incurabile che, a poco a poco, lo immobilizza e lo rende incapace di parlare. Si chiama sclerosi laterale amiotrofica: questa patologia distrugge progressivamente le cellule nervose che controllano i movimenti dei muscoli volontari. La morte avviene generalmente per paralisi dei muscoli respiratori. I sensi (compresi la vista, l’udito, il tatto e l’intelletto) non vengono coinvolti. Grazie alla tecnologia, Luca può di nuovo comunicare. Impiega mediamente 30 secondi per scrivere una parola, che poi verrà letta dal sintetizzatore vocale del computer grazie al quale può esprimersi. "Le parole – scrive Luca – sono divenute per me una risorsa scarsa. Devo distillarle una per una, come una cosa preziosa. Eppure, ce ne sono mille che vorrei urlare. C’era un tempo per i miracoli della fede. C’è un tempo per i miracoli della scienza". Qual è il significato che ha per lei, oggi, l’espressione laicità dello Stato? Laicità è un termine usato scorrettamente per esprimere l’opposto di credente o religioso. La laicità non è una corrente filosofica particolare. È l’attitudine a discernere gli ambiti delle diverse competenze che spettano alla Chiesa e allo Stato, ciò che appartiene alla morale e ciò che deve essere regolato dal diritto. Alle gerarchie vaticane è permesso – e qui sta la grave responsabilità dei partiti – di sedersi al tavolo delle trattative, di esercitare le parti di un vero e proprio soggetto politico. Laicità dello Stato non significa limitazione della professione di una fede religiosa e in particolare di quella cattolica. La politica dovrebbe permettere l’integrazione di tutte le morali, religiose e non religiose, di tutte le diverse credenze. Ma è altrettanto chiaro che, qualora una morale religiosa volesse regolare il libero esercizio della volontà dei cittadini, si avrebbe un sistema illiberale e clericale. La ricerca sulle cellule staminali embrionali potrebbe curare patologie mortali come il Parkinson, l’Alzheimer, la sclerosi. Potrebbe curare, soltanto in Italia, 10 milioni di vite. Lei ha trasformato le speranze di tutti i gruppi di malati, medici, ricercatori e cittadini, in militanza politica: l’Associazione Luca Coscioni, che porta il suo nome, ha raccolto attorno a sé l’appoggio di 50 Premi nobel e il sostegno di oltre 2400 accademici e scienziati italiani. La sclerosi laterale amiotrofica mi ha tolto il bene più prezioso: la libertà personale. Non mi resta che vivere il tempo dando più fiato possibile – che è anelito d’amore e di speranza – a una storia di libertà, di civiltà, di democrazia. Ciascun malato ha il diritto civile di avvalersi del progresso della ricerca scientifica. Il diritto alla salute, alla guarigione o comunque alla riduzione della sofferenza, devono essere rispettati e non violati da una legge-dogma di Stato che, in nome della fede, blocca la libertà di fare ricerca, di scoprire il mondo della vita e della natura. Eppure anche per i cattolici la libertà di coscienza e la stessa libertà religiosa crescono più con la testimonianza che con l’osservanza di precetti e di dogmi. Questa battaglia ci rende consapevoli degli sforzi necessari per far conoscere il valore della libertà di ricerca scientifica, una sorta di religione della libertà imprescindibile per il progresso storico-politico della democrazia nel nostro Paese. Perché nel nostro Paese le coppie omosessuali non hanno ancora gli stessi diritti delle coppie eterosessuali? Il problema non è tanto discutere dei diritti della coppia omosessuale o della coppia eterosessuale. La domanda è perché nel nostro Paese si parla di diritto della coppia, del diritto della famiglia e non del diritto della persona? Quando si parla del diritto della persona è chiaro che l’orientamento sessuale non ha importanza. Non riconoscere la possibilità a una persona di vivere liberamente e responsabilmente secondo la propria etica dipende dal fatto che l’Italia è uno Stato in cui la maggior parte dei politici individuano nella gerarchia cattolica la maestra di etica e di morale, non riconoscendo l’esistenza di un’etica laica. Cosa pensa dell’atteggiamento dei politici italiani nei confronti delle istanze del movimento gay? Il mio giudizio sulla politica italiana è negativo. È vero che, se vogliamo soprattutto a sinistra, esistono politici che da anni portano avanti questa battaglia, ma purtroppo vengono silenziati da forze cattoliche-clericali interne alle proprie coalizioni. Questo è un aspetto della questione. L’altro aspetto è che in alcuni casi, nell’ambito di certi partiti e associazioni, la lotta per il riconoscimento di alcuni diritti della persona si trasforma solo in strumento per fare carriera politica. Vedremo mai, caro Luca, i frutti delle nostre battaglie? È probabile, come la storia ci insegna, che anche in Italia verranno riconosciuti pari diritti alle persone omosessuali; l’obiettivo è che questi diritti siano garantiti non in tempi storici ma in tempi politici. Penso che se vogliamo avere una speranza, una possibilità che nella prossima legislatura si vinca davvero questa battaglia, allora è necessario che La Rosa nel pugno – la nuova forza politica composta da laici, socialisti, liberali e radicali – abbia un grande successo elettorale. È importante, su questo punto, non nascondersi. Purtroppo, e lo dico con tristezza, La Rosa nel Pugno è l’unica forza politica che porta avanti con coerenza e determinazione le battaglie sui diritti civili.