Sua Sanità Garaci

di Daniela Minerva

Enrico GaraciEnrico GaraciIl Senato lo boccia. Gli scienziati pure. Ma il Ministro vuole dargli il terzo mandato all’Iss. E molti milioni di euro.

Cosa sarà mai successo per fare del Signor Nessuno uno scienziato-manager di tale pregnanza che il ministro della Salute chiede per lui il terzo mandato alla presidenza dell’istituto superiore di sanità? Eppure, Enrico Garaci, candidato nel 1989 dalla De romana di Vittorio Sbardella, detto lo Squalo, a sindaco di Roma e allora battezzato da Giampaolo Pansa, appunto, Signor Nessuno, non è uno scienziato di fama internazionale. Come manager non ha lasciato segni indelebili. E certo non è il nuovo che avanza. Ma Livia Turco vuole per lui un terzo mandato, mentre lo statuto dell’ente ne prevede due e solo un’escamotage burocratico consente ora la nomina. Lo vuole nonostante la commissione Sanità del Senato, che deve dare parere vincolante, abbia votato contro, e la Bibbia della comunità scientifica, "Nature", definisca questa faccenda l’ennesimo pasticciaccio italiano. Ci sarebbero tutti gli elementi per immaginare che il ministro non voglia andare contro il Parlamento e ci ripensi (questo le chiederà "Nature" sul prossimo numero), ma lei non sembra voler abbandonare il suo super-scienziato. Per capire il perché, mettiamo in ordine i fatti.

A partire dalla votazione al Senato: il ministro indica Garaci come presidente, il Parlamento deve approvare e la Camera lo fa, per un pelo. Ma il Senato no: i senatori si bloccano per giorni, i diessini si sturbano all’idea di votare un allievo di Shardella, la sinistra radicale non ne vuole sapere, ma il ministro insiste. E allora spunta il voto segreto: l’Ulivo e la Cdl si dicono d’accordo sulla nomina, e sulla carta, gli unici contrari sono i quattro della sinistra radicale. Ma poi, nell’urna la faccenda si ribalta e i sì sono soltanto dieci su 25 presenti. Che farà il ministro? Tutti giurano che porterà la nomina al Consiglio dei ministri. D’altra parte Garaci non è uomo da scomporsi per un semplice bisticcio istituzionale. Lui è un politico navigato: col sostegno di Comunione e liberazione, quelle elezioni dell`89 le vinse portando a casa più preferenze di Franco Carraro che, però, fu scelto dalle segreterie di Dc e Psi per la poltrona del Campidoglio. A Garaci toccò il premio di consolazione, la presidenza del Cnr che lui resse dal 1993 al 1997: se ne andò lasciando l’ente in profonda crisi, con 6 mila dipendenti di cui oltre mille amministrativi, e con la inedita caratteristica per un istituto scientifico di spendere l`80 per cento dei finanziamenti in stipendi.

Poi, nel 2001, la presidenza dell’Iss firmata da Amato. Ma Garaci sopravvive allo spoil system berlusconiano e ora è nel cuore dei senatori di An, che ne hanno difeso la nomina a spada tratta, e delle eccellenze della Cei, ma anche della diessina Livia Turco e degli ulivisti della Margherita, come la senatrice Paola Binetti, sua compagna nel comitato Scienza e Vita, che Turco non vuole scontentare. Come non vuole scontentare la Cgil dell’Iss, che ha tuonato contro i senatori: Garaci ha promesso di stabilizzare i precari, dicono, e tutto questo can can finirà col mandare a monte decine di assunzioni. Peccato, ma a sentire la Corte dei conti, in una relazione del marzo 2007, l’lss ha un problema gigantesco: la stragrande maggioranza dei fondi (il 76,4 per cento nel 2005 con un trend in crescita da anni) se ne va in stipendi (come accade al Cnr). A oggi l’Iss riceve circa 100 milioni di euro l’anno. Ma il presidente, che ne guadagna 190 mila, non gestisce solo questi. L’Iss è, infatti, il tramite che alloca i fondi per progetti di ricerca del ministero della Salute: quest’anno ha maneggiato 30 milioni di Alleanza contro il cancro, 50 milioni per l’Aids.

E i fondi per la ricerca fondamentale di cui tre per le cellule staminali, su cui e in corso una gigantesca polemica. Che svela il modo in cui l’Iss gestisce i soldi per la ricerca. A scatenare l’inferno sono stati tre cervelloni che il mondo ci invidia – Paolo Bianco. Elena Cattaneo e Ranieri Cancedda che hanno scritto al ministro una lettera datata 22 settembre 2007. 1 tre scienziati chiedono al ministro conto di questi fondi e, in sostanza, dicono che sono statidati per cooptazione senza una « valutazione e selezione esperta di proposte scientifiche». Roba che nessun contesto scientifico degno di questo nome potrebbe mai accettare. D’altra parte, non sembra essere la ragion scientifica a prevalere in questa nomina. Piuttosto la paura che a scuotere lo status quo si generino rogne. E allora, meglio il vecchio carrozzone.