Staminali, svolta di Obama «Sì ai fondi per la ricerca»

Alessandra Farkas

La Casa Bianca boccia anche le «dichiarazioni alla firma» che l’ex presidente usava per bloccare leggi a lui sgradite
New York – Il Washington Post la definisce «una svolta rivoluzionaria», mentre persino il conservatore Wall Street Journal l’applaude in quanto «rivitalizzerà la ricerca Usa, portando decine di milioni di dollari nei laboratori universitari americani».

In una cerimonia alla Casa Bianca, davanti a deputati, scienziati, premi Nobel e celebrità quali l’attore,Michael J. Fox, affetto dal Parldnson, il presidente Barack Obama ha firmato ieri un ordine esecutivo che revoca i limiti ai finanziamenti federali alla ricerca sulle staminali embrionali, decisi dal suo predecessore e in vigore da ben otto anni. «Le scelte sulla ricerca scientifica devono essere basate sui fatti, non sull’ideologia», ha detto Obama, precisando che, «come persona di fede, penso che siamo chiamati a prenderci cura gli uni degli altri e a lavorare per alleviare le sofferenze umane». Durante la cerimonia nell’East Room, Obama ha anche firmato un memorandum per delineare le linee guida dell’amministrazione in materia di rapporto tra scienza e politica. Dopo aver reso omaggio a Christopher Reeve, l’ex Superman scomparso nel 2004 considerato il simbolo della crociata sulle staminali, Obama ha attaccato il suo predecessore, accusandolo di «aver imposto quella che io ritengo una falsa scelta tra solida scienza e valori morali».

«Posso promettervi che non intraprenderemo mai questa ricerca alla leggera – ha precisato -, imporremo regole severe che rispetteremo scrupolosamente perché non tollereremo mai eccessi o abusi». Obama ha ribadito anche il suo fermo «no» alla donazione per fini riproduttivi: «Il nostro governo non aprirà mai la porta all’uso della donazione per la riproduzione umana. E pericoloso, profondamente sbagliato e non ha posto nella nostra società o in nessuna società». Nell’America in piena recessione economica, l’annuncio ha un forte risvolto occupazionale. «Dal 2001 a oggi – ha avvertito Obama – molti scienziati hanno abbandonato gli Usa perché qui non potevano fare ricerca. Noi sosterremo anche vigorosamente tali ricercatori, il nostro obiettivo è assicurare che l’America continui ad essere la leader mondiale nel settore delle scoperte scientifiche e tecnologiche». Proprio nel 2001 il presidente Bush aveva accettato un compromesso che limitava l’uso di denaro pubblico per la ricerca soltanto se effettuata utilizzando un piccolo numero di colonie di staminali già esistenti (21 in tutto) purché estratte prima dell’agosto di quell’anno. Questa è la norma che Obama ha revocato, consentendo da oggi la ricerca pubblica su tutte le linee di staminali prodotte nel frattempo dai laboratori privati. Sempre ieri, il presidente ha messo anche in discussione le cosiddette «dichiarazioni alla firma» che Bush usava per bloccare le leggi a lui sgradite, ordinando alle varie agenzie governative di non basarsi mai su di esse senza consultare prima il ministro della Giustizia.

L’ordine esecutivo – l’equivalente di un decreto presidenziale – lascia però alcune zone d’ombra circa l’utilizzo dì fondi pubblici per estrarre nuove cellule staminali dagli embrioni umani. Obama non ha voluto toccare infatti la legge Dickey-Wicker, rinnovata ogni anno dal Congresso sin dal lontano 1996, che proibisce l’uso di fondi pubblici sia per la ricerca che mira a creare embrioni umani (come avviene regolarmente nelle cliniche per la fecondazione assistita) sia per quella che rischia di distruggere, eliminare o danneggiare embrioni. La reazione del vaticano e della Conferenza dei vescovi americani all’annuncio non si è fatta attendere. L’Osservatore Romano ha ribadito che l’embrione «è un soggetto nel suo significato ontologico» e che «è sul rispetto della dignità personale estesa a tutte le fasi dell’esistenza» che si basa «una reale democrazia». I vescovi, attraverso il cardinale di Filadelfìa Justin Rigali, hanno definito la scelta «una triste vittoria della politica sulla scienza e l’etica».