Al II Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica allo studio una "lista" che documenti la situazione in ogni paese
Bruxelles – Una mappa internazionale sulle libertà di ricerca, libertà di cura e pratiche mediche sulla falsariga del consolidato Rapporto annuale stilato da Freedhom House sulle libertà (politiche ed economiche) nei vari paesi. E’ questo uno degli obiettivi che stanno emergendo a Bruxelles, nelle sale del Parlamento Europeo, luogo della politica scelto dall’Associazione Luca Coscioni per il II Congresso mondiale per la libertà della ricerca scientifica.
"Documentare in un rapporto magari triennale, lo stato della libertà di ricerca scientifica in ogni Paese", affermava Marco Cappato, segretario dell’Associazioni Coscioni, a Roma nel 2006 al termine del primo Congresso mondiale. Ora quel progetto ha un primo studio pilota, che sarà presentato sabato al congresso, per opera dell’italiano Andrea Boggio, professore di Diritto alla Bryant, Rhode Island (Usa).
"Per ora abbiamo individuato e lavorato su 4 attività chiave: tecnologie di riproduzione assistita, ricerca con le cellule staminali embrionali, scelte di fine vita, aborto e contraccezione", racconta Boggio. Il problema centrale è la creazione di una metodologia e di validi indicatori, parametrare le legislazioni, vedere le differenze in base anche alle deiverse legilazioni regionale all’interno dello stesso Paese.
Nei primi dieci paesi presi in considerazione dallo studio pilota, emerge la Svezia come la nazione più libera nella pratica e ricerca medica, ultima l’Irlanda, a segnalare anche l’ingerenza della religione nelle legislazioni restrittive. Nella particolare classifica sulle decisioni di fine vita il Brasile appare il più libero seguito da Sudafrica, Nuova Zelanda, Quebec (Canada), Spagna e poi Svezia e Australia (New South Wales), poi India.
"C’è ancora molto da lavorare sui parametri e abbiamo volutamente ristretto le attività prese in esame e il numero dei Paesi", racconta Boggio. Emergono vari problemi, primo tra tutti, l’assenza di regolamentazione che potrebbe apparire come massima libertà. "Esistono poi differenze tra legislazione e pratica, dovute a fattori legati alla non applicazione della legge o a maglie entro cui si può agire, come per l’aborto in Brasile", sostiene ancora Boggio.
Nella cattolica Spagna, al cogresso, è stato l’attuale ministro della Salute spagnolo, Bernat Soria a mostrare come la ricerca sulle staminali e sulle malattie rare, dal 2004 (governo di centrodestra) al
2008 (governo Zapatero), possono "fiorire" per spinta legislativa: nessura ricerca sulle staminali embrionali e solo 3 ricerche sulle malattie rare nel 2004, rispettivamente 65 e 36 nel 2008. "Cambiare le leggi e dare finanziamenti – ha detto Soria – erano le richieste che facevo quando lavoravo come ricercatore, lo stesso dico come ministro della Salute. E poi: liberare la conoscenza verso pazienti".
Ma cos’è la liberta di ricerca? La riposta del primo congresso era stata: "Requisito per la democrazia, un diritto civile e politico e una delle più importanti garanzie per la salute e il benessere dell’uomo, nella misura in cui non reca danno ad altri". Nello studio pilota di Andrea Boggio la si considera "una condizione nella quale un soggetto (scienziato o paziente) può agire", una funzione della libertà in generale. "
"Combattere il ritorno all’oscurantismo, al dogma, all’ideologismo etico e religioso, nell’Oriente
come nell’Occidente e che si ingigantisce alimentando ignoranza e paure", è stato il leit motiv di Marco Cappato e di altri interventi. "E’ in gioco la democrazia quando si affrontano i temi di inizio e fine vita: le democrazie liberali non devono rinunciano a governare questi processi". E se Janez Potocnik, commissario europeo per la Scienza e la Ricerca, ha cercato di inviare un messaggio pragmatico ed equilibrato per "integrare libertà e responsabilità scientifica" con il rispetto delle legislazioni nazionali, Kary Mullis, premio Nobel per la Chimica nel 1993, ha ricordato la
differenza tra la ricerca scientifica ("irresponsabile" secondo il suo pensare) e l’uso e le applicazioni
tecnologiche su cui vanno puntati i riflettori.
Questioni etiche, dogmi, ricerca spirituale distinta da
quella scientifica, brevetti e proprietà intellettuale, finanziamenti, libero accesso ai dati, limiti della
vita e libertà di scelta: il dibattito, che proseguirà fino a sabato, porterà a specifiche iniziative
internazionali. La ricerca, come la malattia, non ha confini.