Per procreare ci vuole logica

di Lanfranco Palazzolo

Luca Gianaroli, direttore Sismer, pensa che le linee guida della ormai famosa legge 40 debbano essere aggiornate.

Per procreare ci vuole logica Le linee guida della legge 40 sono in fase di aggiornamento. La sentenza di Cagliari lo dimostra. Lo spiega Luca Gianaroli (direttore del SISMER, la Società ita- liana studi di medicina dello riproduzione), il quale interviene sulla sentenza del Tribunale di Cagliari che impone ai medici di eseguire la diagnosi preimpianto a un embrione di genitori ad alto rischio di malattie.

Professor Gianaroli cosa pensa di questa sentenza?
"L`idea che mi sono fatto è molto semplice. Le linee guida che sono state stilate e che tuttora sono in fase di aggiornamento non sono cogenti come lo vorrebbe qualche parte della compagine politica italiana perché un giudice – facendo riferimento alla legge – pensa che la diagnosi preimpianto si possa fare. Questa è la punta dell’iceberg di tutti quei contenziosi che si sono creati in Italia con l’applicazione della legge 40. Questa legge ha di per sé delle storture talmente ampie, tutte preconizzate da tutti noi. Quello che vediamo è semplicemente la conseguenza logica di quello che è accaduto".

Monsignor Betori, a nome della CEI, si è detto stupito di questa sentenza.
"Evidentemente l’esperienza clinica di monsignor Betori è superiore alla mia, se Betori sostiene questo".

Come si evolverà la situazione? Altri centri faranno la diagnosi preimpianto temendo il rischio della talassemia?
"Se la diagnosi preimpianto viene eseguita sarà sempre una diagnosi a scartamento ridotto perché, non potendo generare più di , tre embrioni, il problema resta quello che la diagnosi preimpianto viene fatta con pochissime possibilità di successo. In realtà, quello che deve essere rivisto è il concetto di disponibilità delle cellule uovo fecondate. Bisogna assolutamente rientrare nei parametri in cui lavorano in tutta Europa. Altrimenti il danneggiato maggiore è la paziente".

I più critici parlano di eugenetica citando la diagnosi preimpianto. È lecito esprimersi così?
"È molto difficile convincere le persone che non usano la stessa terminologia degli specialisti in medicina. Nel momento in cui una cellula uovo fecondata – secondo l’interpretazione restrittiva di questa legge – è un individuo pensante, non si andrà mai a capo di una discussione di questo genere. Siamo tra quella che chiamano eugenetica e l’evitare che nasca un individuo che dopo qualche mese muoia o che ha delle patologie non curabili e ricorrere all’interruzione di gravidanza, quando questo dei resto già si sa: è evidente che ci troviamo di fronte ad una stortura. Ma su questo non c’è ancora un linguaggio comune. E non c’è nemmeno la possibilità di incontrarsi. L’ Italia vive un’anomalia che è fuori da ogni logica europea".

Quanti nati ci sono stati con la fecondazione assistita nell’ultimo anno?
"I dati del registro italiano ci dicono che sono nati meno bambini e ci sono stati più aborti per numero di trattamenti. Hanno tentato di mistificare i dati dicendo che i bambini nati sono di più. Ma le cose non stanno così". [.]