“Porta a Porta”, Maria Antonietta Coscioni: “Ricerca scientifica espulsa dal dibattito elettorale come Rosa nel Pugno”

[inline:1]Dichiarazione di Maria Antonietta Coscioni, candidata nelle prossime elezioni politiche con la Rosa nel Pugno (membro di giunta Associazione Coscioni)

Ho sofferto molto nel vedere la puntata di ieri di “Porta a Porta”. Si è parlato, come è stato da qualcuno definito, di un “Mondo parallelo”, quello della malattia e della disabilità, che esiste accanto al Mondo dei cosiddetti normali. Un Mondo pieno di belle storie e di dichiarazioni di amore, di persone più speciali di quelle speciali, di uomini e di donne quasi felici di aver capito quali siano “i veri valori della vita”. Ed io che pensavo ci fosse un unico Mondo dove poter tutti, senza alcuna discriminazione, vivere dignitosamente.

Si è parlato di Paraolimpiadi, di sport, di musica e di disabilità, anche di quella legata a malattie degenerative come la sclerosi laterale amiotrofica. Ma non ho sentito nessuno – e nessuno è stato invitato in studio – parlare di ricerca scientifica e delle strade più promettenti che la comunità scientifica può percorrere per individuare uno sviluppo di terapie, utili a milioni di persone. Nessuno che parlasse di libertà individuali riguardanti la salute e la malattia. Nessuno che spendesse tempo televisivo nell’affermare i diritti civili e di dignità di ogni persona disabile, cercando in modo particolare di dare voce soprattutto a chi vive nel silenzio e nella solitudine la propria esistenza e la propria sofferenza.

La Rosa nel Pugno, con il supporto dell’Associazione Coscioni, si candida a questo: a portare in Parlamento e nel dibattito politico i temi della ricerca, della libertà di scienza e coscienza. Eppure questo tema che riguarda la vita, che riguarda la speranza contro la disperazione, è affrontato come un tema apolitico. Faccio notare che nessuna, dico nessuna, trasmissione politica elettorale ha avuto al centro del dibattito i temi della vita e della morte, i temi della ricerca, delle staminali, della fecondazione assistita, del testamento biologico e dell’eutanasia; tutti i politici tacciono, è evidente che ne parlano altrove ascoltando non i malati, i loro famigliari, i ricercatori, ma forse solo i sedicenti “difensori della vita” e della morale pubblica e privata. La stessa sorte riservata a Luca Coscioni in tutti questi anni è ora riservata alla Rosa nel Pugno, per non fare entrare questi temi nel dibattito politico di questa campagna elettorale, come già avvenne in quella del 2001.