Una giornata lunga, passata a limare le parole del testo finale una a una. Alla fine il ministro dell’università e della ricerca Fabio Mussi, è soddisfatto, sia pur con qualche riserva.
Qual è il bilancio della giornata?
“Abbiamo approvato il settimo programma quadro. La mediazione che abbiamo promosso ci ha permesso di raggiungere una linea comune con Germania e Lussemburgo, rientrando a pieno titolo nella ricerca europea. E ho mantenuto l’impegno che avevo preso in Senato di impedire la distruzione degli embrioni”.
Il suo collega portoghese in aula ha parlato esplicitamente di un compromesso ipocrita.
“Il testo finale contiene un filo di ipocrisia. Sono stati negati i finanziamenti alla ricerca che comporta la distruzione degli embrioni, ma non a quella che utilizza staminali importate dall’estero. Il Consiglio europeo ha chiuso la porta da un lato e aperto la finestra dall’altro”.
L’Italia – unico paese – ha tentato di introdurre una data che discrimini fra gli embrioni da salvaguardare e quelli da usare per fini scientifici. Come è finita?
“Si tratta di una mia convinzione molto forte. Ma ho di fronte posizioni nazionali e internazionali con cui confrontarmi e la proposta di una “cut off date” è caduta. Potrà essere ripresentata nel 2009, quando il settimo programma quadro sarà sottoposto alla verifica di metà termine”.
Il Consiglio si è espresso contro il finanziamento alle ricerche che comportano distruzione di embrioni. Ma nel concreto qual è la situazione?
“Le staminali embrionali vengono usate in molti laboratori italiani. Sono importate colture cellulari prodotte all’estero, per esempio in Australia. La legge 40 non lo vieta: impedisce solo di distruggere embrioni direttamente”.
Si stima che in Europa rimangano 250mila embrioni congelati senza un futuro chiaro. In Italia si parla di 25-30mila. Cosa si è deciso sulla loro sorte?
“Il problema non è stato affrontato in maniera diretta. E prevedo che se non afferreremo la questione presto, sarà lei ad afferrare noi. L’Italia aveva una posizione chiara: studiare di concerto con la scienza i limiti dell’impiantabilità di un embrione congelato. Capire cioè quanto tempo un ovulo fecondato possa rimanere conservato senza perdere la capacità di dar vita a un bambino sano”.
Nessuno, neanche gli scienziati, sa rispondere con certezza a questa domanda.
“Con certezza no, ma è evidente anche ai loro occhi che dopo un certo numero di anni un embrione congelato non è più vitale. La politica, con l’aiuto della statistica e della biologia, alla fine avrà il compito di prendere una decisione su questo punto. È un po’ quanto accadde con i trapianti. Per stabilire quando un individuo è in stato di morte cerebrale e i suoi organi possono essere prelevati occorrono informazioni mediche e statistiche che non saranno mai dirimenti al cento per cento. Ma alla fine sono necessarie per fare una scelta”.
La medicina non è ancora abbastanza matura per ricavare staminali senza distruggere una vita?
“La ricerca sta facendo progressi enormi. Mentre noi discutiamo sulla liceità delle staminali prelevate da embrioni distrutti, nei laboratori si riescono a ottenere queste preziose cellule senza intaccare vite umane. Grazie alle nuove opportunità della scienza, molto più rispettose dei limiti dell’etica, anche le posizioni dei cattolici non potranno che ammorbidirsi. Sarà la ricerca stessa a rendere obsoleto il dibattito di oggi”.
Ora cambierete la legge 40?
“Personalmente sono contrario a molti aspetti di questa norma. Ma è il governo che conta, e il suo programma non contiene alcuna proposta di modifica della legge 40”.