Ma la legge è disattesa

Left Avvenimenti Settimanale dell’Altraitalia

Anna Pompili nel suo intervento torna sul referendum radicale di modifica della 194 del 1981 e manifesta il persistere del timore che l’ apertura al "privato’ , in caso di vittoria del referendum, avrebbe rappresentato una riduzione, anziché un miglioramento, all’accessibilità per le donne ai servizi di lvg (Interruzione volontaria della gravidanza). Sono andata a risentire nell’archivio di Radio Radicale un dibattito del 1981 dal titolo "La liberalizzazione della donna e l’ aborto" in cui Nilde Jotti, allora presidente della Camera, sosteneva che essendo troppo recente l’ approvazione della legge, la poca esperienza non consentiva di valutarne il buon funzionamento. Credo che oggi quel bilancio possa, anzi debba essere fatto e che l’ onestà intellettuale ci debba far riconoscere che le preoccupazioni erano infondate. Uno degli argomenti per non toccare la 194 era la convinzione che solo il settore pubblico avrebbe potuto "garantire" l’ assistenza necessaria alle donne. Invece oggi vediamo che gli obiettori di coscienza sono in costante aumento, in barba alla legge che prevede che gli ospedali pubblici sono tenuti sempre ad assicurare l’ espletamento delle procedure di lvg.La legge, anche da questo punto di vista, viene puntualmente disattesa e l’ obbligo a eseguire gli interventi di lvg in sedi limitate ne provoca il non funzionamento. Riguardo al legame tra “consultorio e ospedale", che la dottoressa Pompili evoca a garanzia della riduzione del ricorso all’aborto, cosa vieta, in un sistema sanitario ben funzionante, di mantenerli comunque e ovunque venga praticato l’ intervento? II vero risultato che va registrato è quello del desolante ricorso all’ Ivg dopo l’ ottava settimana, in oltre la metà degli interventi, come attesta la relazione annuale del ministro della Salute. Le immigrate e le minorenni, evocate come riprova della necessità dell’ aborto "di Stato", oggi sono le più penalizzate dall’applicazione della 194. La tesi che “la medicina privata potrebbe far sparire le isole di laicità dagli ospedali pubblici» su cosa si basa? In Spagna la maggior parte delle Ivg si svolge in regime di assistenza privata (con rimborso statale) e non per questo le donne spagnole sono abbandonate a sé stesse. E non parliamo dell’opzione dell’aborto medico,in alternativa all’ aborto chirurgico, che richiede un counselling appropriato e una struttura adeguata,non disponibile nella maggior parte delle strutture italiane destinate alle lvg.

 

 

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