La trasmissione del video promozionale sul suicidio assistito del dott. Philip Nitschke, l’australiano dott. Morte, è stata approvata dal Commercial Approval Bureau (CAB) in Nuova Zelanda.

 

Il “New Zealand Right of Life” ha stroncato la decisione del CAB, sostenendo che il video di Nitschke è “contrario al bene comune e lesivo del tessuto sociale”.

 

“Gli standard di trasmissione in Nuova Zelanda sono più bassi rispetto a quelli di Australia e Canada, dove il video è stato preventivamente bandito dagli schermi, perché ritenuto deplorevole e in violazione delle norme di trasmissione?”, è la domanda del gruppo “pro-life”.

Nitschke, che è a capo dell’organizzazione pro-eutanasia “Exit International”, è atteso per due dibattiti questo fine settimana, a Wellington e Auckland. Già reduce da un tour per la promozione del suo manuale, “The Peacefull Pill Handbook”, proibito in Australia e  Nuova Zelanda, e da seminari su come praticare il suicidio. Si riporta che il tour in Canada dello scorso mese abbia avuto uno scarso seguito.

 

Alex Schadenberg, direttore della Coalizione per la prevenzione dell’eutanasia (Euthanasia Prevention Coalization), afferma che “l’affluenza ai seminari sul suicidio di Philip Nitschke, a Vancouver, Toronto e Montreal, indicano che Nitschke non è soddisfatto dei risultati”. Secondo Schadenberg l’insieme dei tre seminari ha avuto un seguito di circa 85 partecipanti. “Noi auspichiamo che il governo renda in futuro più difficile l’accesso al Canada a Nitschke”, ha concluso Schadenberg.

 

In un comunicato stampa sul video di Nitschke, la “NZ Right of Life” sottolinea l’incoerenza dell’emittente televisiva statale che trasmette un video per la promozione del suicidio, mentre il governo investe milioni di dollari per finanziare la Strategia di Prevenzione Suicidi per ridurne l’incidenza.

Il gruppo rileva anche che con una media di 500 suicidi l’anno in Nuova Zelanda, e uno dei più alti tassi di suicidio giovanile al mondo, “la proiezione del video del dott. Nitschke sarebbe socialmente irresponsabile e porterebbe a un incremento dei suicidi”, che avrebbe “un forte impatto sulle famiglie e sull’intera collettività”.

 

 

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