La Chiesa assegna i compiti ai partiti

di Carlo Marroni

 A  ognuno il suo compito:  il Pd vada senza radicali,  il Pdl non scivoli nella deriva populista, l`Udc si  unisca con le altre formazioni  centriste. «Avvenire», quotidiano  della Cei, come la pensa  l`ha detto domenica. Con una  preferenza a denti stretti: se  Pier Ferdinando Casini si alleerà  con la Rosa bianca e  l`Udeur e saranno avanzate  «candidature adeguate», allora  i vescovi italiani potrebbero  dare una mano.

 

In ogni caso  l`iniziativa di Giuliano Ferrara  per la lista Pro life non è  stata neppure citata, così come  sull`«Osservatore romano»  di ieri. In effetti finché il  direttore del «Foglio» ha sostenuto  una battaglia culturale  c`è stata piena sintonia con  le gerarchie, che hanno raccolto  la palla. Poi la decisione di  candidarsi ha cambiato l`approccio: la Chiesa ha paura  che un tema così "core" come  l`aborto possa essere associato  in futuro a una bassa percentuale  elettorale e, comunque,  potenzialmente in grado  di far dimenticare il successo  al referendum sulle staminali.   In ogni caso quella del  2008 sul voto cattolico è una  questione molto complessa.  Già, perché se un tempo  c`era la Dc, oggi le tribù sparse  del cattolicesimo politico  si muovono a tutto campo  con le altrettante frastagliate  forme di presenza cattolica,  dalle gerarchie all`associazionismo.  La scelta di Walter  Veltroni di non allearsi con  la sinistra estrema e inizialmente  con i radicali era salutata  con grande favore dalla  Chiesa, sia Santa Sede che  Cei.

 

Tanto da spiazzare il Pdl  e gli stessi centristi, visti come  forza marginalizzata in  una realtà post-voto potenzialmente  da larghe intese  mirate ad una riforma elettorale  sul modello tedesco, il  più adatto alla salvaguardia  dell`elettorato centrista.   Inoltre la componente cattolica  del Pd si è ricompattata:  i teodem  nati in chiave anti – Pd  anche per spinta di Francesco  Rutelli e che sotto l`ombrello  di Ruini hanno fatto  naufragare in Senato i Dico e   il testamento biologico – ora  marciano insieme ai cattolici  democratici, guidati da Giuseppe  Fioroni e rappresentati  da Dario Franceschini (presente  a San Pietro per l`Angelus  post-Sapienza promosso  da Ruini) ed Enrico Letta.

Fioroni  ha da anni un rapporto  stretto con Tarcisio Bertone,  potentissimo Segretario di  Stato vaticano che dopo l`uscita  del "rivale" Ruini ha ristretto  di molto i margini di manovra  della Cei in politica (tanto  da arrivare alla puntualizzazione  dell’«Osservatore romano»  che non si deve far  confusione tra Santa Sede e  Conferenza episcopale).   Bertone, dopo aver avvertito  il Pd di non marginalizzare  la componente cattolica, ora  si gode i risultati: il 27 febbraio  ci sarà una grande convention  (che peraltro sarà aperta  da don Carlo Nanni, teologo  salesiano molto vicino al Segretario  di Stato) convocata  da tempo per suggellare la riunificazione  dopo l`iniziale diaspora,  compresi gli ex ulivisti,  tra cui Rosy Bindi, e il mondo  dei cristiano-sociali.

 Il tutto  ben visto da strati influenti  della gerarchia, tra cui i cardinali  Dionigi Tettamanzi e Severino  Poletto, e i vescovi Vincenzo  Paglia e Bruno Forte, oltre a una grossa fetta di associazionismo,  dall`Azione cattolica,  alle Acli, dalla Cisl ai Focolari,.  Ora l’unica incertezza  è rappresentata dal rientro  dei radicali, specie se passassero  candidature di esponenti  particolarmente attivi su  fronti caldi, come l`eutanasia.   Nel Pdl di Silvio Berlusconi  si beneficia dell’eredità della  scorsa legislatura e di quell`appoggio  consolidato di Ruini  (un po’ raffreddato dopo il no  alI’Udc) e di gerarchie scettiche  verso il centro-sinistra,  come Carlo Cafarra e Angelo  Scola, legato a Cl, che rappresenta  il braccio elettorale sul  territorio specie al Nord, garante  Roberto Formigoni.   La galassia centrista può  contare su alcuni punti fermi:  Casini gode dell`appoggio oltre  che di Ruini del presidente  della Cei Angelo Bagnasco  e dell`ausiliare di Roma, Rino  Fisichella, e delle simpatie del  Movimento cristiano lavoratori.  Savino Pezzotta, oltre a  spezzoni di sindacato, ha un  rapporto stretto con il segretario  Cei, Giuseppe Betori, che  lo invitò a parlare alla Settimana  sociale e al Convegno ecclesiale  di Verona. Clemente  Mastella, oltre alla rete della  chiesa meridionale, vanta un  rapporto con Bertone: da lui  andò l’ex Guardasigilli dopo  le consultazioni al Quirinale.