Intervista a Maria Antonietta Coscioni sul Corriere delle Sera. Contrada. “Rispettare le volontà se è una scelta libera”

IMG_4915.jpg(Maria Antonietta Farina Coscioni)

Maria Antonietta Coscioni ha sentito della richiesta di eutanasia per Bruno Contrada?

«Le condizioni di salute di Contrada sono seriamente compromesse da tempo. Però…» . 

Però?

«Bisogna stare attenti: quella di Contrada non è una scelta libera».

Dunque?

«Dunque non si deve pensare che noi favorevoli all’eutanasia siamo lì pronti sempre a spingere un bottone o a staccare una spina. È importante valutare le condizioni di volontà di chi chiede questo gesto estremo. Così abbiamo fatto noi radicali per Piergiorgio Welby. Così venne fatto anche per mio marito Luca».

E nel caso dì Contrada?

«E’ evidente che fin quando rimane dentro una prigione non ha senso parlare di una scelta di libertà».

Allora?

«Facciamo uscire Bruno Contrada dal carcere. E soltanto una volta fuori si può vedere se reitera la sua richiesta. Se la sua scelta di eutanasia è davvero sentita. Libera».

Se anche fuori dal carcere Contrada chiedesse l`eutanasia?

«Allora sì, sarebbe da rispettare la sua libera volontà. Ed è su questo che il mondo politico deve riflettere. Deve darsi una smossa. Noi avevamo preparato un`inchiesta sull`eutanasia clandestina, ma ci è stata bloccata sul nascere. Una vera ipocrisia».

Ipocrisia?

«Sì, perché si sa che l`eutanasia clandestina esiste ed è diffusa. L`unica ricerca che esiste in Italia ed è di alcuni anni fa è della Fondazione Floriani. Dice che su 386 medici di malati terminali, il 39% aveva ricevuto richieste della dolce morte».