Maria Antonietta Coscioni ha sentito della richiesta di eutanasia per Bruno Contrada?
«Le condizioni di salute di Contrada sono seriamente compromesse da tempo. Però…» .
Però?
«Bisogna stare attenti: quella di Contrada non è una scelta libera».
Dunque?
«Dunque non si deve pensare che noi favorevoli all’eutanasia siamo lì pronti sempre a spingere un bottone o a staccare una spina. È importante valutare le condizioni di volontà di chi chiede questo gesto estremo. Così abbiamo fatto noi radicali per Piergiorgio Welby. Così venne fatto anche per mio marito Luca».
E nel caso dì Contrada?
«E’ evidente che fin quando rimane dentro una prigione non ha senso parlare di una scelta di libertà».
Allora?
«Facciamo uscire Bruno Contrada dal carcere. E soltanto una volta fuori si può vedere se reitera la sua richiesta. Se la sua scelta di eutanasia è davvero sentita. Libera».
Se anche fuori dal carcere Contrada chiedesse l`eutanasia?
«Allora sì, sarebbe da rispettare la sua libera volontà. Ed è su questo che il mondo politico deve riflettere. Deve darsi una smossa. Noi avevamo preparato un`inchiesta sull`eutanasia clandestina, ma ci è stata bloccata sul nascere. Una vera ipocrisia».
Ipocrisia?
«Sì, perché si sa che l`eutanasia clandestina esiste ed è diffusa. L`unica ricerca che esiste in Italia ed è di alcuni anni fa è della Fondazione Floriani. Dice che su 386 medici di malati terminali, il 39% aveva ricevuto richieste della dolce morte».