Forse si assisterà anche a questo, a un’interruzione di aborto da parte delle autorità giudiziarie, come dire a un’interruzione di un’interruzione di gravidanza. Potrebbe accadere in qualsiasi momento, ad esempio mentre il medico è alle prese con la sua personale corsa contro il tempo nel tentativo di rianimare un feto prematuro nato vivo anche se malformato, come risulta dalle analisi effettuate una o due settimane prima.
In quel caso che cosa fa il medico? Interrompe la rianimazione per rispondere alle domande degli inquirenti? O continua a rianimare il feto? Perdonatemi l’irriverenza, e queste domande che vi sembreranno fuori luogo, ma di appropriato mi sembra rimato ben poco in questo dibattito sulla 194 in tempo di elezioni.
Se invece l’interruzione dell’interruzione di gravidanza avviene durante un aborto di feto morto si assiste ad un altro effetto paradossale. Lo si è capito dall’irruzione avvenuta al Policlinico Umberto II di Napoli: il feto viene sequestrato dagli organi competenti. E quindi il ligio anti-abortista e pro-feti che si è preso la briga di fare una denuncia anonima del grave peccato che si stava compiendo in sala operatoria ottiene un effetto davvero bizzarro per le sue opinioni: il sequestro di un povero esserino ormai defunto, messo a disposizione dell’autorità giudiziaria, probabilmente per un’autopsia. Che è come dire una vivisezione di quello che resta. Ma gli anti-abortisti e pro-feti non erano a favore del diritto dei prematuri ad avere sepoltura, funerale, lapide e iscrizione di nome e cognome sopra?
Questo è il risultato dello sgangherato ingresso nel delicato mondo dell’aborto di Giuliano Ferrara con la sua moratoria diventata una campagna mediatica battente, incessante, dirompente. Mai prima d’ora la polizia si era presentata in un ospedale dopo un aborto, mai prima d’ora i medici avevano messo in discussione in modo così determinato il ruolo della donna nella 194.
Nel frattempo è avvenuto anche qualcos’altro. La moratoria salva-feti che all’inizio doveva essere presentata all’Onu per denunciare l’aborto a fini eugenetici in India e in Cina, si è ormai trasformata in una lista elettorale da presentare in Italia per difendere la vita ‘dal suo concepimento’, un’aggiunta che Ferrara considera rivoluzionaria e un’idea che gli sembra vincente.
Conta di prendere dal 4 al 6% di voti ma non è ben chiaro con chi. E’ stato bocciato da tutti i teo-dem e anche da Berlusconi stesso: ‘Non credo che un’iniziativa di questo genere possa trovare palcoscenico politico – ha avvertito il leader del Pdl che di sondaggi e campagne elettorali se ne intende – piuttosto la strada giusta è quella dell’Onu’.
Giuliano Ferrara non si scoraggia per così poco. Il partito ci sarà, e farà di tutto per trasformare i prossimi due mesi in una battaglia epocale per la difesa degli embrioni. Non è ancora ben chiaro se e come i partiti si occuperanno anche dei diritti e della vita di tutti gli altri, noi italiani.