I ministri europei dell’Ambiente hanno deciso che le terapie sui geni e gli altri trattamenti avanzati per malattie come il cancro e il Parkinson dovranno essere autorizzate dai regolatori Ue secondo una serie di nuove linee guida. L’impiatto adottato ieri classifica la terapia sui geni, la terapia sulle cellule somatiche e l’ingegneria delle cellule come procedure mediche, sottoponendo tutti i medicinali implicati in questi trattamenti ad una valutazione scientifica sulla loro sicurezza e garantendo un controllo post-trattamento dei pazienti.
La valutazione verrà portata avanti da un comitato speciale dell’Agenzia medica europea, Emea, di Londra. Nell’adottare le nuove regole, i ministri europei dell’Ambiente hanno evitato una messa al bando europea dei trattamenti basati sulle cellule staminali, come richiesto da alcuni paesi cattolici, fra cui l’Italia. Tuttavia i singoli paesi sono ancora liberi di respingere tipologie specifiche di trattamenti o di medicine basate sui geni, sulle cellule o sui tessuti per ragioni etiche. Le regole sono state sostenute dal Parlamento europeo ad aprile, dopo che degli emendamenti degli eurodeputati cattolici per il blocco della ricerca sulle staminali erano stati bocciati. L’Unione europea finanzia la ricerca sulle cellule staminali con il proprio bilancio, ma si è data alcune condizioni molto rigide: la ricerca finalizzata alla clonazione per fini riproduttivi è vietata, così come quella finalizzata alla modifica della struttura genetica degli esseri umani.
I difensori della terapia sulle cellule staminali ritengono che questa possa portare a curare numerose malattie, incluso il diabete e i danni alla colonna vertebrale. Chi la contesta afferma che non è eticamente accettabile. Le cellule staminali embrionali hanno la proprietà di ricostruire qualunque tessuto del corpo e gli scienziati ritengono che possano essere all’origine di grandi successi da un punto di vista medico. Tuttavia la ricerca talvolta comporta la distruzione di embrioni congelati creati per la fecondazione in vitro. Un punto, questo, che crea infiniti dibattiti e polemiche di cui sentiremo parlare a lungo. I ministri europei dell’Ambiente hanno deciso che le terapie sui geni e gli altri trattamenti avanzati per malattie come il cancro e il Parkinson dovranno essere autorizzate dai regolatori Ue secondo una serie di nuove linee guida.
L’impiatto adottato ieri classifica la terapia sui geni, la terapia sulle cellule somatiche e l’ingegneria delle cellule come procedure mediche, sottoponendo tutti i medicinali implicati in questi trattamenti ad una valutazione scientifica sulla loro sicurezza e garantendo un controllo post-trattamento dei pazienti. La valutazione verrà portata avanti da un comitato speciale dell’Agenzia medica europea, Emea, di Londra. Nell’adottare le nuove regole, i ministri europei dell’Ambiente hanno evitato una messa al bando europea dei trattamenti basati sulle cellule staminali, come richiesto da alcuni paesi cattolici, fra cui l’Italia. Tuttavia i singoli paesi sono ancora liberi di respingere tipologie specifiche di trattamenti o di medicine basate sui geni, sulle cellule o sui tessuti per ragioni etiche. Le regole sono state sostenute dal Parlamento europeo ad aprile, dopo che degli emendamenti degli eurodeputati cattolici per il blocco della ricerca sulle staminali erano stati bocciati. L’Unione europea finanzia la ricerca sulle cellule staminali con il proprio bilancio, ma si è data alcune condizioni molto rigide: la ricerca finalizzata alla clonazione per fini riproduttivi è vietata, così come quella finalizzata alla modifica della struttura genetica degli esseri umani.
I difensori della terapia sulle cellule staminali ritengono che questa possa portare a curare numerose malattie, incluso il diabete e i danni alla colonna vertebrale. Chi la contesta afferma che non è eticamente accettabile. Le cellule staminali embrionali hanno la proprietà di ricostruire qualunque tessuto del corpo e gli scienziati ritengono che possano essere all’origine di grandi successi da un punto di vista medico. Tuttavia la ricerca talvolta comporta la distruzione di embrioni congelati creati per la fecondazione in vitro. Un punto, questo, che crea infiniti dibattiti e polemiche di cui sentiremo parlare a lungo.