E una storia che viene da lontano: una atroce beffa ai danni dei pazienti malati e disabili.
La sottosegretaria con delega alla disabilità Francesca Martini ha risposto a una mia interrogazione che risale "solo" al febbraio scorso: ponevo, ancora una volta, l’accento sul grave disagio vissuto da centinaia di pazienti cui il servizio sanitario nazionale non corrisponde, o corrisponde solo in minima parte, il rimborso per le attrezzature di cui hanno necessità, perchè non è ancora entrato in vigore il Nuovo Nomenclatore (l’elenco degli ausili erogati dal Sistema sanitario nazionale, ndr). La sottosegretaria si è limitata a spiegare cosa prefigura la nuova versione dell’assistenza protesica prevista nello schema del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm)) sui nuovi livelli essenziali di assistenza; non una parola su quando entrerà in vigore il Nuovo Nomenclatore se non che «l’effettiva realizzazione degli interventi correttivi in programma è condizionata dall’approvazione del Dpcm stesso, che è tutt’ora al vaglio delle autorità di governo, centrali e regionali, per gli aspetti di natura economico-finanziaria…». Di chi è la responsabilità per questo colpevole stato di cose? Se la nuova versione dell’Assistenza protesica era pronta da ottobre, che cosa impedisce la sua entrata in vigore? È l’inerzia del ministero? È il combinato disposto di un’inerzia da parte sia dell`esecutivo che delle Regioni? È la Ragioneria dello Stato che blocca provvedimenti e stanziamenti per questioni di carattere burocratico che misteriosamente non si riescono a risolvere? Come sia, le vittime di questa assurda situazione sono malati e disabili: sempre più sfiduciati si rassegnano ad acquistare, pagandole di tasca loro, le attrezzature di cui hanno diritto. Ricordo i termini della questione: il governo Prodi predispone i protocolli per gli aggiornamenti del nomenclatore, provvedimento bloccato dal governo Berlusconi con la promessa del ministro Sacconi di realizzare in tempi brevi una revisione migliorativa. Promessa finora rimasta tale. A suo tempo il governo Prodi aveva stanziato 10 milioni di euro per gli ausili per la comunicazione: che fine ha fatto quel denaro? È un mistero (non buffo), odioso quanto basta, consumato ai danni di persone particolarmente indifese e che dovrebbero essere particolarmente tutelate e garantite. Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale, è componente della Commissione Affari Sociali e co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni