Da un’agenzia di stampa letta da RadioRadicale
Milano, 28 set. (Adnkronos Salute) – Possibilità di fecondare più di tre ovociti per le coppie più penalizzate, congelamento degli ovociti fertilizzati in soprannumero, allargamento dell’accesso alla procreazione medica assistita anche alle coppie fertili che abbiano malattie virali o genetiche trasmissibili e diagnosi pre-impianto in presenza di patologie ad alto rischio di trasmissibilità genetica. Sono i quattro punti cardine su cui, secondo i medici che si occupano di procreazione assistita, si dovrebbe concentrare il procedimento di revisione delle linee guida della legge 40. Gli esperti li hanno riuniti in un documento che esprime il loro punto di vista.
Una proposta, sottoscritta da otto società scientifiche italiane della riproduzione (Cecos, fisiopatologia della riproduzione, Sia, Siams, SidR, Sierr, Sifes e Mr, Sios), messa a punto oggi a Milano nel corso di un convegno che si è svolto nella clinica Mangiagalli. Il documento sarà ora presentato ai presidenti della Camera Fausto Bertinotti e del Senato Franco Marini e al ministro della Salute Livia Turco. "Volevamo esprimere una posizione ufficiale e contribuire così al dibattito sulla revisione delle linee guida su cui si basa l’applicazione della legge sulla procreazione medica assistita", spiega Guido Ragni, direttore del centro di sterilità della Clinica del capoluogo lombardo. "Ma la nostra proposta non è in contrasto con la legge 40, semmai si muove nel rispetto dei principi di quest’ultima".
I quattro punti del documento toccano gli aspetti che nella pratica medica sono risultati più problematici: "Chiediamo – elenca Ragni – la possibilità di fecondare più di tre ovociti per le coppie che corrono maggiori rischi di insuccesso: quelle in cui la donna ha un’età avanzata, intorno ai 40 anni, o in presenza di gravissime infertilità maschili. E come corollario a questa possibilità ovviamente si pone il problema di crioconservare gli ovociti fertilizzati in soprannumero rispetto ai tre da impiantare".
Questo l’oggetto della seconda proposta di revisione: "Introdurre – si legge nel documento – la possibilità di crioconservare l’ovocita fecondato con presenza dei due pronuclei ancora chiaramente distinti (come previsto nella legge svizzera e tedesca) e lasciarne in coltura per il successivo sviluppo ad embrione un numero ottimale per ottenere una gravidanza anche con lo scopo di ridurre l’incidenza di gravidanze multiple nelle donne a maggior rischio". Con il terzo punto gli esperti chiedono un allargamento dell’accesso alla procreazione medica assistita anche alle coppie fertili che presentano problemi di patologie virali o genetiche trasmissibili al concepito.
"Coppie che – precisa Ragni – con questo trattamento riducono quasi a zero il rischio riproduttivo". Il quarto aspetto è invece quello sollevato giorni fa da una sentenza del tribunale di Cagliari che riconosceva a una coppia il diritto di accedere alla diagnosi pre-impianto, in quanto portatori sani di talassemia. "Pur rimanendo vietata ai fini eugenetici – spiega ancora Ragni – deve essere lecita in presenza di alcune patologie ad alto rischio di trasmissibilità genetica. Si pensi, per esempio, all’anemia mediterranea come alla fibrosi cistica".