Da una parte la Margherita, dall’altra Rifondazione e in mezzo ci stanno i Ds. Si replica sulle cellule staminali lo schieramento ad alto rischio dell’ Unione. Che oggi in Senato potrebbe spaccarsi sul voto alla mozione dell’Ulivo per la ricerca sugli embrioni scritta da Andrea Ranieri dei Ds e Paola Binetti dei Dl.
È destinata a regolamentare le decisioni italiane in sede europea. Perchè il Prc non l’ha firmata e cosi com’e non pare che la firmerà . Ritenendo inaccettabile la premessa di fondo della salvaguardia della vita umana fin dal suo concepimento. Sul documento si è discusso ieri fino a tarda notte e il confronto è ripreso stamattina. Ore e ore di diplomazia tra i partiti della maggioranza per evitare una crisi. E una possibile beffa: ovvero che possa passare con più voti una analoga mozione del centrodestra, predisposta da Rocco Buttiglione.
Che potrebbe intercettare i consensi dei cattolici dell’ Unione. Con risultato che il governo Prodi avrebbe un mandato su un tema chiave di politica estera basato su una proposta dell’opposizione. Il documento che il Prc ha scaricato riprende le istanze etiche care alla Margherita, ma anche al cattolici diessini. «Un accordo accettabile» l’ha definito con realismo però certo senza grande entusiasmo il ministro per la Ricerca e l’Università Fabio Mussi. Nel dispositivo si impegna il governo «a votare contro il finanziamento di ogni tipo di ricerca che comporti distruzione di embrioni umani».
Spiega Rina Gagliardi, senatrice del Prc: «Così non va bene. I Ds, per ottenere il consenso della parte più cattolica dello schieramento, hanno sacrificato la laicità e soprattutto l’autonomia della donna. Il preambolo è troppo ideologico e lega la posizione dell’Unione alla difesa totale della legge 40 sulla procreazione assistita. Per noi poi la questione dell’impiantabilità degli embrioni non è solo un problema scientifico ma etico».
Paola Binetti dei Dl ha fatto notte fonda per raggiungere un’intesa possibile con Rifondazione: «Ce la mettiamo tutta per trovare una soluzione che sia scientificamente ed eticamente avanzata». Una mozione «miracolosa» che consenta «di far proseguire una ricerca coraggiosa salvaguardando però la tutela e lo statuto dell’embrione. Che mai e poi mai possa diventare oggetto di ricerca. Questo per noi è un punto irrinunciabile».
Sì alla sperimentazione sulle staminali adulte, su quelle del cordone ombelicale, un no deciso alla distruzione di embrioni, per quanto alto sia lo scopo scientifico. La Binetti è ottimista: «La troveremo l’intesa. L’Italia dei Valori è con noi. La Rosa nel Pugno? Per fortuna in Senato non c’è». L’unico punto su cui senz’altro sembrano tutti d’accordo è non sconfessare la posizione di Mussi. Che ha tolto il veto italiano alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. E infatti si intende vietare la distruzione di embrioni, non l’utilizzo delle staminali embrionali. Su tutto il resto il governo si prepara a un’altra giornata incerta.