<b>26 Settembre 2003</b> – I ratti vanno così ad aggiungersi all'ormai nutrita lista di animali clonati da una cellula adulta. A questo punto siamo di fronte a una piccola arca di Noè: pecore, topi, capre, maiali, gatti, muli e cavalli; sono tutte razze già clonate dall'uomo. I ratti sono stati gli ultimi di questa lunga lista a causa della difficoltà nel controllo dello sviluppo dell'ovulo nei primi passaggi del processo di clonazione.
Il professor Qi Zhou, autore del progetto, ha descritto sul sito della rivista "Science Express" come la sua equipe abbia utilizzato dei prodotti chimici nel momento chiave del processo di clonazione per impiantare con successo l'embrione nell'utero della madre "adottiva".
Anche se il rischio di fallimento era elevato, come in tutti gli esperimenti volti a clonare degli animali, gli scienziati hanno ammesso che ora, grazie alla clonazione, sarà più facile creare ratti che presentino già alla nascita malattie simili a quelle dell'uomo; e quindi studiarle in dettaglio.
I ratti vengono già utilizzati in laboratorio per studiare l'ipertensione, il diabete e alcuni disturbi neurologici.
<i>Giorgio Baratto</i>