DIRITTI DEL CONCEPITO: IL SÌ DEL SENATO (Avvenire)

<i>Passato senza modifiche il primo articolo della legge sulla procreazione assistita Tredese (Fi): «L'asse portante è la tutela dell'embrione Ciò comporta garantirne la vita, l'integrità fisica,psicologica ed esistenziale»</i>

<b>4 Dicembre 2003</b> – Anche il concepito ha diritto ad essere tutelato. Lo ha deciso il Senato ratificando senza modifiche, con 141 voti a favore, 122 contrari e 4 astenuti, il primo dei 18 articoli della legge sulla procreazione assistita già approvata alla Camera, quello che stabilisce le finalità del provvedimento.
È stata comunque una battaglia non facile perché per ben due volte nel voto sugli emenadamenti i senatori favorevoli all'attuale testo della legge sono risultati, seppur di poco, in numero minore dei contrari, che puntano su modifiche anche minimali per ottenere alla Camera la riapertura del dibattito su tutto il disegno di legge e non solo sulle modifiche tecniche relative ai tempi di erogazione dei finanziamenti. È successo ad esempio quando si è votato su due emendamenti identici, uno dei ds Tonini e Mascioni e l'altro dei dissidenti di Forza Italia, come il repubblicano Antonio Del Pennino, un altro ex repubblicano, Guglielmo Castagnetti, Domenico Contestabile e dalla leghista Rossana Boldi, che prevedevano l'allargamento della possibilità di ricorrere alla procreazione assistita anche «per la prevenzione delle malattie trasmesse per via genetica». Nonostante l'applauso esploso dai banchi dell'opposizione tale proposta di modifica è stata bocciata perché pur avendo avuto più "sì" (126) che "no" (124), hanno fatto la differenza gli 8 astenuti. È toccato ad un oppositore dell'attuale testo di legge, il ds Cesare Salvi, che in quel momento siedeva sulla poltrona del presidente, raffreddare l'entusiasmo anche dei suoi compagni di partito, ricordando che in base al regolamento del Senato le astensioni si contano insieme ai voti contrari. Un caso analogo è avvenuto durante la presidenza di Marcello Pera con un altro emendamento dei ds Tonini e Mascioni che ha registrato 128 voti favorevoli, 125 contrari e 14 astenuti.
Il relatore Flavio Tredese (Fi), dopo la illustrazione degli emendamenti, si è dichiarato contrario a tutte le proposte di modifica. La stessa posizi one è stata espressa, a nome del governo, dal sottosegretario alla Salute Cesare Cursi. Tredese ha sottolineato che l'asse portante della legge è la tutela del concepito. Ciò, ha spiegato, comporta «riconoscere il diritto alla vita, all'integrità fisica, psicologica ed esistenziale, il diritto alla famiglia, il diritto alla cura dei genitori, a crescere in un ambiente familiare idoneo, nonché il diritto alla propria identità genetica».
Il relatore ha chiarito i motivi della contrarietà alla diagnosi preimpianto, comportata da vari emendamenti in discussione. «Implica un'inaccettabile selezione degli embrioni», ha affermato Tredese, «come nel caso della scelta tra maschio e femmina, e con l'affermazione che le malattie si curano uccidendo i malati». La diagnosi preimpianto inoltre uccide, con premeditazione, un gran numero di embrioni sani. Infatti i tassi di malformazione dei bambini nati da embrione "biopsiato" sono più alti.
Mentre la leghista Boldi ha sostenuto vari emendamenti che modificavano l'articolo 1 in alcuni punti cruciali, la linea del gruppo del Carroccio è stata esposta da Francesco Tirelli che, pur condividendo come medico le motivazioni addotte dalla collega, ha osservato che esprimersi in senso contrario a quanto deciso dalla Camera «significherebbe che il Senato non vuole intervenire in questa materia perché è meglio lasciare le cose come stanno». Ma ciò sarebbe «l'ultimo dei comportamenti da assumere».
Antonio Tomassini ha parlato di «un'occasione straordinaria per regolamentare l'intera materia». Esprimendosi per quelli di Forza Italia che si riconoscono nelle sue convinzioni, ha sostenuto che «porre un criterio eugenetico o di pulizia etnica a priori non ci può assolutamente trovare d'accordo; sarebbe come scegliere una mitica razza superiore a priori».
Emanuela Baio Dossi annunciando per la Margherita la contrarietà ad una serie di emendamenti che sopprimevano la tutela del concepito, ha osservato che: «attualmente, in Italia gode di un diritto provvisorio, che diventa definitivo solo al momento della nascita». Perciò è importante citarlo nell'articolo 1 «proprio perché questo è il soggetto più indifeso».
Del Pennino, insieme a Giorgio Tonini relatore di minoranza e uno dei principali estensori di emendamenti, ha anticipato la possibilità di ricorso al referendum.
<i>di Pier Luigi Fornari </i>