<b>15 Settembre 2003</b> – Milano – Cellule staminali per rimettere a nuovo un sorriso 'rovinato' dalla piorrea, malattia che porta alla perdita dei denti e colpisce fino all'85% degli anziani. La novita', allo studio sugli animali ma entro pochi mesi disponibile per interventi sull'uomo, ''i primi in Italia'', e' stata annunciata oggi a Monza. Un gruppo di ricercatori dell'ospedale San Gerardo cittadino e dell'universita' degli Studi di Milano-Bicocca stanno infatti perfezionando una tecnica che permettera' di utilizzare le cellule 'madri' dello stesso paziente per ricostruire non solo l'osso alveolare, ma anche le varie strutture di sostegno indispensabili per l'impianto dei nuovi denti artificiali: cemento, legamento e gengiva. La ricerca, approvata e finanziata dal ministero dell'Istruzione e della ricerca scientifica, ha una durata triennale ma ha gia' fornito risultati molto incoraggianti, nei primi sei mesi di applicazione sugli animali, cavie e roditori. Dati che – hanno riferito in conferenza stampa il professor Giovanni Tredici, direttore del Dipartimento di neuroscienze e tecnologie biomediche dell'universita' di Milano-Bicocca, e il professor Marco Baldoni, direttore della Clinica odontoiatrica dell'ateneo presso il San Gerardo – hanno consentito di stilare un protocollo clinico su un numero selezionato di pazienti. ''Al San Gerardo – ha detto Baldoni – e' gia' stata allestita una saletta operatoria. Aspettiamo solo l'autorizzazione dei comitati etici, e a breve partiremo''. ''La vera novita' – ha spiegato Tredici – non e' tanto l'utilizzo di cellule staminali per il trattamento di patologie parodontali, quanto i risultati che abbiamo ottenuto''. Tanto positivi da far pensare, ''con un buon grado di confidenza, alla possibilita' concreta di passare alla clinica nel giro di pochi mesi'', ha assicurato lo specialista. Infatti, ha sottolineato, ''i test che stiamo effettuando su cavie e roditori, animali scelti appositamente per evitare i problemi etici relativi all'impiego di primati e animali da compagnia, serviranno solo a perfezionare una metodica gia' impiegata in Europa''. Esistono gia' protocolli a Bonn, in Germania. ''Collaboreremo con questi gruppi, ha detto Tredici, nonche' ''con equipe spagnole e danesi interessate alla tecnica''. Sempre per 'aggirare' querelle di tipo etico, ha illustrato l'esperto, ''si utilizzano cellule staminali dell'adulto. Pochi centimetri cubi di cellule staminali mesenchimali (del mesenchima, tessuto di sostegno) dello stesso paziente, ottenute attraverso un prelievo poco piu' complicato di un semplice prelievo di sangue''. Le cellule estratte vengono fatte moltiplicare in laboratorio, quindi reimpiantate e 'spinte' a differenziarsi nei tessuti necessari: ''Osso alveolare ma anche – contiamo di riuscirci – cemento, legamento e gengiva necessari all'attecchimento dei nuovi denti''. ''Con questo nuovo tipo di intervento – ha aggiunto Baldoni – riusciremo a soppiantare l'impiego dei materiali attuali''. Prodotti che spesso ''non garantiscono risultati positivi al 100%, e che saranno sostituiti da tessuti dello stesso paziente rigenerati, appunto, a partire dalle sue stesse cellule staminali''. Chi beneficera' della nuova tecnica? ''Pazienti con malattie del parodonto – ha risposto il chirurgo – per intenderci la piorrea. Una patologia che tra gli adolescenti ha una prevalenza del 5%, ma che nell'adulto anziano raggiunge un'incidenza dell'80-85%''. L'intervento ''non richiede ricovero''. E' ambulatoriale, e ''non vi sono controindicazioni per i portatori di malattie croniche frequenti in eta' geriatrica'', ha concluso Baldoni.
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