Compromesso sugli embrioni L’Unione vota sì alla mozione

di Giovanna Cavalli
ROMA – E anche questa è andata. Benchè con un solo voto di scarto (152 sì, 150 no e un astenuto) ieri il Senato ha approvato la mozione dell’Unione sulle cellule staminali che regolamenta le decisioni italiane in sede europea. Il fitto lavoro diplomatico notturno tra Ds, Margherita e Rifondazione, che aveva rispedito al mittente la prima versione del documento, è andato a buon fine e la rottura è scongiurata.

Il prodigio politico è riuscito con una doppia reciproca concessione. Via dalla premessa il riferimento al «rispetto della vita umana fin dal concepimento», troppo moralistico per il Prc. Che ha ricambiato accogliendo il paragrafo A: «Il governo si impegna a sostenere ricerche che non implichino la distruzione di embrioni», punto irrinunciabile per la componente cattolica. Verrà incentivata la ricerca sulle staminali adulte, comprese le cordonali.

E in più (paragrafo B): si punterà a produrre cellule totipotenti non derivate da embrioni e a verificare la possibilità di ricerca su quelli crioconservati non impiantabili. Ha vinto l’Unione e ha perso invece il fronte cattolico trasversale propiziato da una analoga risoluzione di Rocco Buttiglione che rischiava di far saltare le alleanze consolidate. Quattordici i firmatari del documento, tra cui Finocchiaro, Binetti, Russo Spena e il diessino Andrea Ranieri che si è speso nel cesello del testo definitivo.

Rientrata la crisi, ieri è apparsa invece evidente la scollatura ideale tra i due vicepremier. Con Massimo D’Alema, impegnato nel question time alla Camera, che in controtendenza rispetto alle parole di Francesco Rutelli di un mese e mezzo fa, ha lodato l’operato del ministro per la Ricerca Fabio Mussi (che ha tolto il veto italiano al finanziamento europeo della ricerca sugli embrioni): «La sua iniziativa è stata certamente opportuna perchè l’intenzione di proibire lo svolgimento in altri Paesi di ricerche sulla base di quanto stabilisce la legge italiana era un giudizio non sostenibile».

Il colpo al cerchio è stato compensato da quello alla botte: «Il governo intende senza dubbio sostenere la ricerca sulle cellule staminali adulte».

Una strategia copiata pare dallo stesso Mussi che per lunedì a Bruxelles si è «impegnato ad adottare alla lettera il dispositivo approvato in Senato». Il ministro sarebbe assai soddisfatto. Da un lato ha riaperto il dialogo con i cattolici ammettendo la ricerca sugli embrioni come ultima istanza. Dall’altro ha introdotto il concetto rivoluzionario di cut off date.

Una data di scadenza da stabilire oltre la quale gli embrioni non più impiantabili diventano utilizzabili per estrarne le staminali.
Esultanza composta del ministro per l’Istruzione Giuseppe Fioroni (Dl): «Ci siamo messi in sintonia con il popolo italiano che sulla fecondazione assistita ha espresso chiaramente il suo parere». Contenta Rina Gagliardi del Prc: «Abbiamo lavorato di fino.

Il progetto di rompere l’Unione per creare un fronte neocentrista e neoclericale è fallito, almeno per stavolta». Il risultato è «un compremesso accettabile» per Lanfranco Turci della Rnp. «Contiene almeno l’apertura sugli embrioni congelati non più riproduttivi».

Dall’opposizione Buttiglione «scomunica» gli astenuti che l’hanno bocciato: «Non salvate nè l’anima nè la coscienza».