Cellule staminali-microfono, così si cura la sordità

  SAN FRANCISCO – Cellule staminali per curare la sordità: «Tempo cinque anni e avremo concluso gli esperimenti sugli animali, poi sarà la volta dell’uomo». A parlare è un’autorità in materia, l’otorinolaringoiatra Stefan Heller della Stanford University (California), che tre anni fa ha scoperto le staminali dell’orecchio interno e ora ha appena concluso, con successo, un esperimento di trapianto in embrioni di pollo. «Non solo è possibile trasformare le cellule staminali in cellule cigliate dell’orecchio interno con esperimenti in provetta, ma si può ottenere lo stesso risultato quando le staminali vengono trapiantate nell’orecchio di embrioni di pollo», ha detto Heller all’Aaas, il meeting annuale della Società americana per l’avanzamento delle scienze in corso a San Francisco. Le cellule cigliate si trovano nella parte profonda dell’orecchio, chiamata coclea, e funzionano come piccoli microfoni: trasformano l’energia meccanica del suono in impulsi elettrici che raggiungono poi il cervello e permettono a un individuo di sentire suoni e rumori, voci e musica.

Queste cellule hanno la stessa funzione, ma non lo stesso destino in tutti gli esseri viventi. Gli uccelli, per esempio, a differenza di altri animali e dell’uomo, sono in grado di rigenerare spontaneamente le cellule cigliate, qualora vadano incontro a danni, e grazie a questa peculiarità non perdono mai l’udito. «L’osservazione di quello che accade agli uccelli ci aiuta nelle nostre ricerche – ha precisato Heller – perché ci suggerisce l’esistenza di un programma di rigenerazione genetica: dobbiamo individuare il segnale che ordina alle staminali di riprodursi e sfruttarlo, prima in altri animali e poi nell’uomo, per trasformare le staminali, una volta trapiantate nell’orecchio, in cellule specializzate dell’udito». Per il genere umano la sordità sta diventando un problema sempre più diffuso per colpa dell’invecchiamento della popolazione, del consumo di farmaci come certi antibiotici o diuretici e dell’inquinamento acustico. Ancora più a rischio di sordità saranno le giovani «generazioni iPod», abituate ad ascoltare musica ad alto volume che, a lungo andare, danneggia proprio le cellule cigliate dell’orecchio interno: gli uomini nascono con sole 16 mila cellule di questo tipo ed è facile perderle, senza possibilità di ricambio.

Si stima che un adulto su tre, dopo i 65 anni, possa andare incontro a un deficit dell’udito tale da costituire un vero e proprio handicap. Oggi le protesi acustiche e gli impianti cocleari rappresentano le uniche soluzioni al problema della sordità e sicuramente hanno contribuito a migliorare la qualità della vita delle persone, ma il trapianto di cellule staminali può aprire la strada a una vera e propria cura «definitiva». «Tra cinque anni potremmo iniziare a sperimentarle anche sull’uomo». I RICERCATORI