Bonino: «Due giorni senza cibo per Welby»

di M. Io.
Il ministro partecipa oggi e domani allo sciopero della fame promosso dai Radicali

Si allarga il movimento dello sciopero della fame per Welby. Oggi e domani ci sarà anche Emma Bonino, assieme alle otto persone che già lo stanno facendo da 11 giorni, e continueranno «fino a quando sarà necessario», tra le quali Marco Cappato, segretario dell’associazione Coscioni e Rita Bernardini, segretaria dei Radicali. E assieme a non meno di 300 persone, a contarle fino a ieri sera, che hanno aderito rispondendo all’appello di una protesta allargata, lanciata sul sito dedicato a Luca Coscioni. Solo poche parole, dal ministro per il Commercio internazionale: «Intendo contribuire personalmente alla campagna non violenta lanciata dall’Associazione Coscioni per Piergiorgio Welby ha detto Bonino . Con due giorni di sciopero della fame, che faro lunedì (oggi, ndr) e martedì».

Spiega il radicale Cappato: «Da 11 giorni io e altre sette persone, tra cui un malato di tumore allo stomaco, stiamo facendo lo sciopero della fame. Beviamo solo tre bicchieroni di acqua e zucchero al giorno. Come sto? Eh, insomma, ma continuerò, l’attività intellettuale e politica va avanti». Non sa dire Cappato quando il gruppo smetterà di astenersi dal cibo. «Non stiamo ricattando nessuno — continua il segretario dell’associazione —, vogliamo anzi con la nostra iniziativa dare più forza a chi deve decidere». Sono in molti a essere chiamati a farlo: subito per Welby, che non ce la fa più, che chiede di morire perché, come ha raccontato la moglie, «fa fatica anche a deglutire». Subito per Welby, che dopo aver supplicato il presidente della Repubblica per ottenere l’eutanasia, dopo che il suo medico gli ha scritto una lettera per spiegare perché non se la sente di staccargli la spina, ha chiesto l’intervento dei giudici perché decidano con urgenza se consentire di spegnere il respiratore artificiale «sotto sedazione terminale» .

«Non soffrire è un diritto costituzionalmente garantito — spiega ancora Cappato —. Eppure non si trova un medico disposto a fare questa cosa». Lo sciopero della fame vorrebbe anche spingere il presidente Prodi a far presto a nominare il comitato bioetico, «scaduto» da sei mesi. «È assurdo tardare ancora conclude Cappato. Più si aspetta, più appare chiaro che il comitato che verrà fuori è frutto di mediazioni e sarà quindi un comitato che avrà perso autorevolezza». Quanto a un’iniziativa legislativa, l’associazione Coscioni spera di ottenere anche quella con lo sciopero della fame. Ma per una legge ci vuole tempo. E Welby non ne ha più.