Bioetica, due punti da cui partire

Prefisso autore
di
Autore
Ignazio Marino
Occhiello
Sommario

Ho letto con profondo interesse l’intervento a firma di autorevoli filosofi su "Una ragione pubblica per la bioetica" pubblicato il 21 settembre scorso su questo giornale. Credo, infatti, che sia indispensabile durante questo delicato momento di costruzione e definizione del Partito democratico approfondire le questioni etiche che hanno mobilitato l’opinione pubblica e alimentato il dibattito politico negli ultimi mesi. […] Abbiamo tutti conosciuto e condiviso le drammatiche vicende di Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli che con grande coraggio e forza d’animo hanno reso pubblica la loro sofferenza sollevando la difficile questione dell’assistenza ai malati terminali e dell’autodeterminazione del paziente nella scelta delle terapie mediche. Oggi il progresso della scienza, della medicina e della tecnologia permette di mantenere artificialmente in vita corpi per i quali non esistono ragionevoli speranze di recupero e che sono legati a una esistenza interamente dipendente da macchine. […] Non voglio però considerare la bioetica esclusivamente come qualcosa che riguarda i problemi legati alla fine della vita, e penso sia un errore credere che sia così. Anche l’inizio della vita implica riflessioni legate alla sfera dell’etica e della morale che non possono non essere affrontate. Un esempio fra tutti la legge sulla procreazione medicalmente assistita. Proprio in questi giorni una Commissione sta lavorando alla revisione delle linee guida della legge 40, ed è un fatto certamente positivo, perché consente di adeguare alcuni aspetti del lavoro dei medici sulla base delle più recenti innovazioni scientifiche. È un lavoro di grande responsabilità che deve essere ponderato e rigoroso; ne va del benessere di tante coppie che ripongono in questa risorsa della medicina il proprio progetto di famiglia. […] Una cultura liberale e democratica non può accettare che il dibattito su temi tanto complessi sia solo il risultato del prevalere di una ideologia odi una convinzione. La "ragione pubblica", basata sulla ragionevolezza e la reciprocità, è certamente un terreno percorribile che auspico il Pd seguirà nel segnare il suo orientamento.