La storia di Luca Coscioni, già docente di politica economica, ex maratoneta, nel 1995 colpito da sclerosi laterale amiotrofica, è conosciuta. Sono note soprattutto le sue lotte; membro del Comitato di coordinamento dei radicali nelle prime elezioni on line mai tenute al mondo da un partito politico, nell'anno successivo sostenuto da premi Nobel e scienziati del mondo, ha guidato la campagna elettorale per le politiche; è stato leader di campagne contro certi divieti scientifici.
Umani e scientifici, ha spiegato Barni, i motivi che lo hanno convinto a certe scelte.«Tutto si gioca – ha detto – sulla natura riconosciuta a queste cellule: cioè, se devono già essere considerate forme di vita umana».
Ed ha aggiunto «sono contrario alla fecondazione artificiale ma sono, invece, certo delle occasioni di poter utilizzare gli embrioni per il progresso umano». Non è giusto, ha insistito, «che, se non utilizzati per la fecondazione assistita, siano lasciati morire impedendo una grande opportunità scientifica». Barni non ha avuto dubbi a criticare anche la posizione dell'Italia al simposio europeo, quando il nostro Paese «è rimasto isolato rispetto alla vasta comunità scientifica internazionale».
Ed ancora, se la legge in discussione al Parlamento sulla brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche fosse approvata, «si impedirebbe al nostro Paese di competere internazionalmente. Verrebbe meno per milioni di cittadini la speranza di cura e guarigione in un futuro che invece sembra avvicinarsi giorno dopo giorno».
<i>di Antonella Leoncini</i>