Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori firma la PDL Liberi Subito

Giorgio Gori firma Liberi Subito

Raccolte le 5mila firme necessarie, a fine gennaio 2024 è previsto il deposito in Consiglio regionale. QUI tutti i tavoli ancora attivi in Regione

Negli ultimi tre anni, il Numero Bianco ha ricevuto almeno due chiamate al giorno in media proprio dal Capoluogo Orobico. In Lombardia sono state 6mila.

La Lombardia ha da poco raggiunto la soglia delle firme necessarie per la proposta di legge regionale sul “suicidio assistito”. Sono infatti oltre 5.000 i cittadini e le cittadine residenti in Regione che ad oggi hanno sottoscritto Liberi Subito, la proposta di legge elaborata dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria. Un risultato ottenuto in meno della metà del tempo a disposizione. Tra questi cittadini figura anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e oltre 1.500 cittadini bergamaschi. “Un grande grazie a Giorgio Gori!”,  dichiara Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni “un Sindaco che sente la responsabilità di rappresentare una comunità. E sulla libertà di scelta fino alla fine della vita la gente è molto più unita e pronta di quanto non lo siano i vertici della politica nazionale”.

“L’obiettivo è stato raggiunto grazie all’impegno dei circa 500 volontari che non solo a Bergamo ma su tutto il territorio lombardo, coordinati dalle Cellule dell’Associazione Luca Coscioni hanno organizzato circa 200 tavoli fino ad oggi” aggiunge Cristiana Zerosi, coordinatrice della campagna Liberi Subito in Lombardia. “Grazie al loro fondamentale contributo il Consiglio regionale avrà l’occasione di discutere e decidere su come garantire i diritti costituzionali dei pazienti della Lombardia in materia di fine vita. Dopo il deposito delle firme previsto a fine gennaio, l’Ufficio di Presidenza dovrà deliberare sull’ammissibilità della proposta di legge. Solo dopo il parere di ammissibilità, inizierà l’iter di discussione per l’approvazione della proposta”, ha quindi proseguito.

Sempre in tema di fine vita sono circa 600 i bergamaschi (circa 6.000 i lombardi) che hanno contattato, da inizio 2021, il “Numero Bianco” (06 9931 3409) dell’Associazione Luca Coscioni, la prima infoline per far luce sui diritti nel fine vita coordinata da Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo. Una rete di volontari distribuiti su scala nazionale fornisce informazioni su Cure palliative, testamento biologico, interruzione delle terapie, DAT, eutanasia.


Approfondimenti

➡ L’accesso alla morte assistita volontaria in Italia

In assenza di una legge nazionale che regolamenti l’aiuto alla morte volontaria, ovvero l’accesso al suicidio assistito, in Italia questa scelta di fine vita è regolamentata dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Antoniani, che ha legalizzato l’accesso alla procedura ma solo a precise condizioni di salute delle persone.

La Consulta ha disposto che per accedere all’aiuto alla morte volontaria (suicidio assistito) occorre essere in possesso di determinati requisiti: essere capaci di autodeterminarsi, affetti da patologia irreversibile fonte di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute dalla persona intollerabili ed essere dipendenti da trattamenti di sostegno vitale.

Questi requisiti, insieme alle modalità per procedere, devono essere verificati dal Servizio Sanitario Nazionale con le modalità previste dalla legge sulle Dat agli articoli 1 e 2 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, 219/17), previo parere del comitato etico territorialmente competente.

➡ La Proposta di legge “Liberi Subito” (QUI lo scenario nazionale completo)

Nonostante la possibilità di ottenere questo tipo di aiuto, il Servizio Sanitario non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. Così le persone che intendono interrompere la propria vita rimangono in attesa di ASL e Comitati Etici territoriali che, per svolgere le loro funzioni di verifica delle condizioni, possono impiegare mesi.

Un tempo che molte persone che hanno bisogno di essere aiutate a morire non hanno. Per questo, nel rispetto delle competenze territoriali, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna “Liberi Subito” con raccolta firme per proposte di legge regionali che garantiscano il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti.

In altre regioni l’iter è ben avviato in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia dopo la raccolta delle firme necessarie hanno ritenuto che le norme contenute nella proposta di legge rientrino nelle proprie competenze e siano rispettose della Costituzione italiana. Oltre a queste anche Sardegna, PugliaMarche hanno depositato la Proposta di legge, ma tramite l’iniziativa di alcuni consiglieri regionali, così da rendere non necessaria la raccolta firme. Analoga proposta è stata depositata in Basilicata grazie all’azione dei Comuni e raccolte firme sono in corso in Lombardia e Toscana.

➡ Le disobbedienze civili in Svizzera a favore dei discriminati della Sentenza 242/2019 della Consulta

Sono ancora molte le persone gravemente malate costrette a raggiungere la Svizzera per poter accedere al suicidio medicalmente assistito, perché potenzialmente discriminate dalla sentenza della Corte Costituzionale. Tra le persone che sono state aiutate da Marco Cappato e dai “disobbedienti civili” iscritti all’Associazione Soccorso Civile, si ricordano Elena (Veneto), Romano (Lombardia), Massimiliano (Toscana) e Paola (Emilia Romagna), Sibilla (Lazio). Al momento tutte le Procure coinvolte nei casi di disobbedienza civile (Milano, Bologna, Firenze) hanno chiesto l’archiviazione per gli indagati e si è in attesa delle decisioni dei giudici.

L’Associazione Soccorso Civile ha registrato negli ultimi mesi un ampliamento delle adesioni da parte di chi decide di assumersi la responsabilità di nuove azioni di disobbedienza civile. A oggi sono oltre 35 le persone iscritte, pronte ad assumersi il rischio di conseguenze penali per aiutare persone malate a porre fine alle proprie sofferenze e tra queste ci sono anche dei parlamentari (Riccardo Magi, Ivan Scalfarotto e l’ex senatore Luigi Manconi).