Filomena Gallo e Marco Cappato commentano: “Sul fine vita, l’Italia si sta avvicinando alla Svizzera, senza che il Parlamento si occupi della materia
Da Trieste, Matteo Mainardi dichiara: “Mai più sofferenze come quelle imposte alla signora ‘Anna’, servono procedure certe. Ora attendiamo l’ok del Comitato Etico senza conoscere le tempistiche”
Intanto la verifica delle condizioni della signora “Anna” allarga ulteriormente la platea dei potenziali aventi diritto alla morte volontaria assistita, per la prima volta esteso a chi “usufruisce di completa assistenza ricevuta da parte di terzi”
Grazie ai tanti militanti e iscritti alle cellule Coscioni di Trieste, Pordenone, Udine, Gorizia e al Comitato Promotore, l’Associazione Luca Coscioni ha depositato in Regione le firme raccolte, per la proposta di legge regionale di iniziativa popolare sull’aiuto al suicidio assistito Liberi Subito. Sono infatti 8.266 i cittadini friulani che hanno sottoscritto la proposta di legge che mira a regolamentare l’aiuto medico alla morte volontaria, garantendo tempistiche e procedure certe. Questa mattina, al termine del corteo partito da Piazza Cavana, il deposito in Piazza Oberdan, alla presenza del Comitato Promotore della campagna e di Matteo Mainardi, coordinatore nazionale della campagna “Liberi Subito”.
I prossimi passaggi per arrivare alla discussione della legge sono descritti dalla legge regionale 05/2003 e prevedono che:
- entro l’11 ottobre 2023 la Regione, attraverso la Commissione di Garanzia Statutaria, si esprimerà sull’ammissibilità della proposta di legge regionale;
- nei successivi 7 giorni la decisione della Commissione di Garanzia verrà inviata al Presidente del Consiglio Regionale e verrà pubblicata sul BUR;
- entro 10 giorni dalla pubblicazione sul BUR, il Presidente del Consiglio Regionale assegna la discussione della proposta di legge alla Commissione competente;
- Entro gli 8 mesi successivi, la Commissione competente ha l’obbligo di discutere la proposta di legge.
“La proposta di legge – dichiara Matteo Mainardi, coordinatore nazionale della Campagna – mira a evitare ulteriori casi come quello della signora ‘Anna’, protagonista di un iter per l’accesso all’aiuto medico alla morte volontaria che conta a oggi 280 giorni di attesa, caratterizzato da un lungo e doloroso calvario causato dall’ostruzionismo dell’azienda sanitaria prima di vedere riconosciuto il proprio diritto”.
La donna triestina di 55 anni, affetta da sclerosi multipla, a seguito dell’ordinanza cautelare pronunciata dal Tribunale di Trieste, nei giorni scorsi ha riacceso il dibattito sul tema, quando ha finalmente ottenuto una prima risposta determinata dalla verifica delle sue condizioni da parte della “Commissione per l’accertamento dei requisiti SMA” dell’azienda sanitaria ASUGI, che ha verificato la presenza dei requisiti necessari per l’accesso alla morte volontaria assistita. Ora manca solo il parere del Comitato Etico competente per ASUGI, indicato con parere dal Comitato Etico Unico Regionale che identifica la competenza nel Nucleo etico per la pratica clinica.
L’aiuto alla morte volontaria assistita, il cosiddetto “suicidio assistito”, in Italia è regolamentato dalla sentenza 242\2019 della Corte Costituzionale sul caso Cappato\DJ Fabo, che ha legalizzato l’accesso alla procedura ma solo a determinate condizioni, da verificare tramite il Servizio Sanitario Nazionale con il parere del Comitato Etico competente. Si può accedere a condizione di essere: pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, affetti da una patologia irreversibile fonte di intollerabili sofferenze e tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale.
E proprio su quest’ultimo requisito – continua Matteo Mainardi – il caso della signora ‘Anna’ ha già segnato una svolta sul tema in Italia. Per la prima volta infatti per “Trattamento di sostegno vitale” è stata riconosciuta “l’assoluta e completa assistenza ricevuta da parte di terzi” in piena conformità con il giudicato costituzionale, un precedente importante che allarga ulteriormente la platea dei potenziali aventi diritto alla morte volontaria assistita”.
➡ Dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato
Ringraziamo tutti gli 8266 friulani che hanno firmato per la proposta di legge di iniziativa popolare ‘Liberi Subito’, e ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria mobilitazione. Chiediamo ai consiglieri regionali una presa di coscienza e di consapevolezza, basata sull’evidenza che sul fine vita l’Italia si sta avvicinando alla Svizzera senza che il Parlamento si occupi della materia. Anche le singole regioni possono legiferare sul tema.
Grazie al coraggio delle persone malate che come ‘Anna’ hanno agito alla luce del sole, alle azioni di disobbedienza civile e all’esercizio della responsabilità professionale di medici e giudici esistono oggi – in affermazione della sentenza Cappato della Consulta – precedenti giudiziari e amministrativi per accogliere legalmente in Italia le richieste di aiuto al fine vita da parte dello stesso segmento di popolazione che ottiene legalmente l’eutanasia in Olanda.
Occorre solo rendersene conto e produrre delle regole mirate a evitare lunghi calvari. Nell’indifferenza dei partiti, abbiamo ottenuto riforme tanto profonde quanto sconosciute. Il deposito della Proposta di legge regionale di iniziativa popolare su cui il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia è chiamato affinché divenga legge, garantirà che, nessuno debba più attendere mesi come sta accadendo ad ‘Anna’ che solo dopo l’intervento del tribunale ha ottenuto, dalla commissione medica di ASUGI, verifica delle condizioni per accedere all’aiuto al suicidio assistito.
Ora si attende il parere del Comitato Etico e la verifica del farmaco e delle modalità per procedere con la sanità regionale. Se la PdL popolare ‘Liberi Subito’ fosse stata in vigore la procedura si sarebbe ultimata in 20 giorni e poi ‘Anna’ avrebbe potuto decidere se e quando procedere. Così dovrebbe essere su tutto il territorio italiano”.
QUI lo scenario completo della campagna Liberi Subito
Il Friuli-Venezia Giulia non è l’unica regione ad aver avviato l’iter della legge regionale. La Regione Abruzzo, come già fatto da Veneto, Emilia-Romagna e Toscana, ha già ritenuto che le norme contenute nella proposta di legge rientrino nelle sue competenze e siano rispettose della Costituzione italiana. Oltre a queste anche Sardegna, Puglia e Marche hanno depositato la PDL, ma tramite l’iniziativa di alcuni consiglieri regionali, così da rendere non necessaria la raccolta firme. Analoga proposta verrà depositata in Basilicata e Lazio, grazie all’azione dei Comuni. Il Piemonte invece sta completando la raccolta firme necessarie.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.