Immigrati in Lombardia, Farina Coscioni: violato il diritto alla salute se si è stranieri privi di permesso di soggiorno? I risultati sconcertanti di un’inchiesta di “Doctor News”. Si tratta di comportamenti anticostituzionali che devono essere int

14 aprile 2011

Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale, tra i capilista della lista Bonino-Pannella per il comune di Milano ha rilasciato la seguente dichiarazione:

Voglio richiamare l’attenzione innanzitutto del ministro della Salute, ma non solo la sua: anche quella del presidente della regione Lombardia, e del sindaco di Milano, e – anche – della procura della Repubblica perché: accertino se vi siano o meno dei reati consumati e da interrompere – su quanto denunciato dal sito “Doctor News” a proposito degli stranieri irregolari e le cure che sarebbero loro negate. Per parte mia, ho già provveduto a presentare un’interrogazione urgente al ministro, nella speranza che voglia e possa trovare il tempo di rispondere.
“Doctor News” pubblica i risultati di una sconcertante inchiesta condotta tra metà novembre e metà marzo 2011: risulterebbe che negli ospedali milanesi può accadere che il fondamentale diritto alla salute non sia garantito se si è cittadini stranieri privi del permesso di soggiorno: «una prassi disomogenea, una parziale disapplicazione della normativa, un’erogazione e una gestione del codice Stp (Straniero Temporaneamente Presente, il codice che dovrebbe garantire il diritto alla salute) inefficiente e inefficace con la conseguente grave esclusione dal godimento del diritto alla salute per moltissimi cittadini stranieri irregolari bisognosi di cure», sostengono i curatori dell’inchiesta, i professori Guglielmo Meregalli e Stefano Dalla Valle.
Sui 560 pazienti che si sono rivolti presso l’ambulatorio medico dell’Associazione, 82, affetti da patologie rilevanti o cronico evolutive, sono stati inviati presso le strutture sanitarie pubbliche o le private convenzionate, con richiesta scritta del medico del Naga per l’assegnazione del codice Stp. Nel 61,6% dei casi la richiesta ha dato un risultato negativo.
E’ una denuncia di inaudita gravità. A questo punto, oltre a sollecitare un intervento anche della magistratura, credo sia opportuna, necessaria e urgente un’inchiesta per accertare se quanto emerso a Milano si verifica anche in Lombardia e nelle altre regioni italiane.
Ci troviamo dinanzi a una gravissima e inaccettabile violazione della Costituzione il cui articolo 32 esplicitamente prescrive tra i diritti fondamentali della persona quello alla salute; ma è anche una inaccettabile violazione di ogni codice deontologico e di umanità, rivelatrice di una odiosa e meschina concezione burocratica della Salute che mi auguro sia prontamente sanzionata.

L’Interrogazione

Al ministro della Salute
Per sapere – premesso che:

sul sito “Doctor News” è apparso un articolo a firma Marco Malagutti, che riferisce di un’indagine condotta dal Naga, tra metà novembre 2010 e metà marzo 2011, negli ospedali milanesi, da cui risulterebbe che sui 560 pazienti che si sono rivolti presso l’ambulatorio medico dell’Associazione, 82, affetti da patologie rilevanti o cronico evolutive, sono stati inviati presso le strutture sanitarie pubbliche o le private convenzionate, con richiesta scritta del medico del Naga per l’assegnazione del codice Stp. Nel 61,6 per cento dei casi la richiesta ha dato un risultato negativo; 

che, commentano i due curatori dell’inchiesta citata da “Doctor News”, i professori Gugliemo Meregalli e Stefano Dalla Valle, si tratterebbe di «una prassi disomogenea, una parziale disapplicazione della normativa, un’erogazione e una gestione del codice Stp (Straniero Temporaneamente Presente, il codice che dovrebbe garantire il diritto alla salute) inefficiente e inefficace con la conseguente grave esclusione dal godimento del diritto alla salute per moltissimi cittadini stranieri irregolari bisognosi di cure»;

che, sempre a detta dei professori Meregalli e Dalla Valle, «si osservano comportamenti che variano da quelli del tutto corretti a quelli di strutture sanitarie che negano anche un’assistenza minima»;

che il dato più evidente riguarda la mancanza d’informazione sia degli operatori sanitari sia dei cittadini stranieri: «Possiamo dire che i cittadini stranieri irregolari che necessitano di cure soffrono una doppia malattia: quella organica e quella derivante dal mancato accesso alle cure»;

quali iniziative urgenti si intendono promuovere, sollecitare, adottare in relazione a quanto sopra evidenziato;
se non si ritenga di accogliere le tre le proposte avanzata dal Naga: «iscrivibilità dei cittadini stranieri irregolari nelle liste dei medici di medicina generale; applicazione omogenea della normativa nazionale vigente e conseguente rilascio e gestione successiva del codice Stp in tutte le strutture sanitarie pubbliche e convenzionate; campagne pubbliche di sensibilizzazione rivolte a tutto il personale sanitario e ai cittadini stranieri regolari e non».

 

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