Domani 27 aprile di nuovo in piazza contro il Ddl Calabrò. Insieme a noi anche Radicali Italiani e 12 associazioni. Riprende il “digiuno di dialogo” di Carlo Troilo.

Domani, 27 aprile, a partire dalle ore 14, l’Associazioni Coscioni convoca un sit in in piazza Montecitorio in concomitanza con la ripresa alla Camera del dibattito sul Ddl Calabrò “contro” il testamento biologico.

Torniamo davanti Montecitorio per affermare la libertà di scelta nelle decisioni di fine vita, contro una legge che viola palesemente la Costituzione.

Insieme a noi, oltre alle 10 associazioni che avevano già aderito la scorsa settimana (A Buon Diritto Onlus; Anticlericale. Net; Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”; Certi Diritti; Circolo Rosselli; Consulta di Bioetica; Fondazione Critica Liberale; Nessuno tocchi Caino) se ne sono unite altre tre: Cittadinanzattiva, Fondazione Giacomo Matteotti, Radicali Italiani.

Carlo Troilo, dirigente dell’Associazione Coscioni, ha dichiarato:

Anche in occasione di questi tre giorni di protesta a Montecitorio, come già dal 5 al 7 marzo, effettuerò un “digiuno di dialogo” con i deputati perché votino contro la legge del centro destra sul testamento biologico. Li prego di riflettere bene. Se approvata, questa legge ci renderebbe ancor più “diversi” in Europa: il solo paese che non ha una legge moderna sulle scelte di fine vita; che non riconosce alcun diritto alle unioni di fatto (discriminando soprattutto le coppie gay); in cui, in attesa che la Magistratura finisca di demolirla, una legge incostituzionale sulla procreazione assistita costringe le coppie benestanti a cercare all’estero una maternità sicura; dove anche la nostra buona legge sull’aborto viene sabotata da una stragrande maggioranza di ginecologi “obiettori di coscienza”, per convinzione o per opportunismo; dove nelle carceri si soffre e si muore come nelle peggiori dittature; dove non si troviamo mai i fondi per le cure palliative per i malati terminali o per alleviare le pene dei tre milioni di disabili e per le loro famiglie; dove chi detta legge è il Vaticano, non pago dei due miliardi di euro che riceve ogni anno a vario titolo, e spesso in violazione della Costituzione, dallo Stato.
Mina Welby ed io abbiamo scritto a Pier Luigi Bersani e a Rosy Bindi per chiedere che il PD esprima – come hanno già fatto a titolo personale alcuni suoi esponenti – la sua solidarietà alla nostra iniziativa e non abbiamo avuto nessuna risposta. Se il motivo di questo silenzio è il timore di scontentare la componente del PD “cattolica/integralista o comunque prona ai voleri del Vaticano, ricordo che la libertà di coscienza può essere invocata sempre ma non quando una legge viola palesemente la Costituzione
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