I limiti della politica. Evitare che sia il Parlamento a decidere sul fine vita dei cittadini. E riproporre, sui temi “eticamente sensibili”, la centralità della libera scelta del paziente. La protesta contro il ddl Calabrò sul testamento biologico non si ferma. Oggi, in concomitanza con la discussione del provvedimento alla Camera dei Deputati, l’Associazione Luca Coscioni e i Radicali Italiani, hanno indetto un presidio in piazza Montecitorio. Per continuare una mobilitazione che prosegue da mesi. E che si condensa nello slogan scelto per il sit-in di oggi: “Così rubate anche la morte”.
Fermare la legge. In piazza sarà trasmessa la diretta dei lavori parlamentari. Poi gli interventi degli esponenti delle associazioni che si sono battute contro una “legge liberticida e per un vero testamento biologico”. Una legge, che incontra l’opposizione di molti medici e operatori del settore. In 11mila hanno sottoscritto l’appello “Io non costringo curo”, lanciato in rete dalla Fp-Cgil. Che definisce il ddl Calabrò “pericoloso, ideologico e giustizialista”. E mette l’accento sul “tintinnare di manette per medici e operatori sanitari che rischiano di essere criminalizzati anche se rispettano il codice deontologico”.
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