Comunicato – Pazienti Impazienti Cannabis. Caso Fabrizio Pellegrini

terapia farmacologicaOggi 18 maggio si sono tenute nella stessa mattina a Chieti le udienze per due dei molti procedimenti penali a carico di Fabrizio Pellegrini, accusato di autocoltivazione sul balcone di casa della sua medicina, a fine di spaccio presunto(dalla quantità detenuta, superiore ai 500 mg di THC tollerati dalle tabelle previste dalle ultime modifiche della L. 309/90).

Con la prescrizione del suo medico, aveva ottenuto la fornitura dalla Asl della Cannabis medicinale standardizzata importata dall’Olanda solo una volta, ma non aveva potuto pagare la successiva, dato che anche a Chieti un �pregiudicato recidivo, delinquente abituale�, come Fabrizio è stato dipinto ogni anno tranne forse l’ultimo dai media locali, non trova da lavorare facilmente.
Per la difesa hanno presentato una relazione ciascuno il dr. Nunzio Santalucia, medico tossicologo ed esperto in terapie con cannabinoidi per varie patologie e sintomi, ed il dr. Giampaolo Grassi, primo ricercatore di un’ importante ente che da anni effettua ricerche scientifiche sulle probabilmente molte varietà di Cannabis sativa con usi terapeutici e alimentari, unico in Italia autorizzato dal Ministero dell’Agricoltura e Foreste.
Per entrambi i processi, il giudice, dopo aver ascoltato i testi, ha rinviato al 24 febbraio 2011 le arringhe finali e l’emissione della sentenza. In alcune altre occasioni, la sentenza (di condanna) era stata emessa contestualmente alla fine dell’udienza, per cui questa novità potrebbe forse essere considerata un segnale di una rivalutazione della questione da parte del giudice, a voler essere ottimisti per forza.

Più insidiosa, secondo l’avvocato Di Paolo, sarà l’udienza in Corte d’Appello, la cui data è di prossima fissazione, relativa ad un terzo procedimento per lo stesso crimine senza vittime, dopo che in primo grado è stato condannato alla pena �minima� prevista dalla legge 309, cioè 6 anni di carcere. Per quel procedimento la difesa non aveva presentato alcuna perizia o consulenza, e forse sarebbe difficile per un giudice, in appello, accettarne di nuove, perché la sua valutazione deve basarsi solo sui dati emersi durante il 1° grado, che in quell’occasione era stato gestito (evidentemente con scarsa efficacia) da un avvocato d’ ufficio. Quindi anche l’udienza d’appello si presenterà molto in salita.

Fabrizio ringrazia per le molte manifestazioni di solidarietà ricevute. Saremo ancora al suo fianco fin dalla prossima puntata della sua incredibile vicenda per evitare che sul suo caso cali il silenzio.

 

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