Interrogazione
a cura della Redazione
Il 15 giugno il Consiglio Superiore di Sanità ha dato il via libera per l’arrivo in Italia della pillola dei cinque giorni dopo. L’organo consultivo del ministro della Salute ha infatti espresso un parere favorevole che ne vieterebbe l’utilizzo solo in caso di gravidanza accertata, essendo un farmaco per la ‘contraccezione di emergenza’ e non per l’aborto. L’11 maggio scorso i senatori radicali Poretti e Perduca avevano presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Fazio sulla messa in commercio della pillola del quinto giorno, Ellaone di Hra Pharma. Gli esponenti radicali chiedevano di sapere: a che titolo era stato chiesto il parere del Consiglio Superiore della Sanità da parte del ministro, che non essendo vincolante non può interferire nella procedura tecnica dell’Aifa, Agenzia italiana per il farmaco, e perché invece dei novanta giorni sia trascorso oltre un anno e mezzo senza che l’Aifa abbia immesso in commercio un farmaco già autorizzato dall’Emea.
Nel marzo 2009 l’Emea, l’agenzia europea per il farmaco, aveva deciso di autorizzare la vendita del farmaco, mediante una procedura centralizzata valida per tutti i Paesi della Ue. Oggi EllaOne viene già usata in ventidue Stati europei. In Italia, invece, è solo nel gennaio 2010 che è stata inoltrata all’Aifa la richiesta di commercializzazione della pillola. Di norma chi chiede l’autorizzazione all’Aifa ha diritto ha una risposta entro novanta giorni. Nella seduta del 23-24 marzo scorso, l’Aifa ha sottoposto la pillola all’esame della commissione tecnico-scientifica. Ma il ministro della Salute aveva fatto sapere che, una volta acquisita la valutazione della commissione tecnica-scientifica dell’Aifa, avrebbe chiesto un parere al CSS “sulla compatibilità del farmaco con la normativa vigente”.