Lettera Aperta al Sindaco Flavio Zanonato in ricordo di Emilio Vesce.
L’ 11 maggio 2010 ricorre il nono anniversario della morte, dopo mesi di coma irreversibile, di mio marito Emilio Vesce. Molti anni sono passati e la sua e ns battaglia, condotta con i Radicali, con le Associazioni, con Luca Coscioni, i genitori di Eluana Englaro, Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli, Paolo Ravasin e di moltissimi altri, continuano a rimanere nel limbo delle divisioni partitiche. Per quanto tempo?
Carissimo Sindaco penso sia venuto il momento di un piccolo-grande atto di coraggio e mi permetto anche di ricordare le sue dichiarazioni in campagna elettorale.
In memoria dell’ultima battaglia condotta da Emilio le chiedo l’Istituzione del Registro Comunale per le Anticipazioni di Volontà, le richieste presentate tempo fa da alcune consigliere comunali continuano a giacere nel nulla di fatto.
Mi permetto di ricordare a lei e a tutti i Consiglieri Comunali che sui diritti umani e civili, non dovrebbero esistere divisioni ideologiche, mi spaventa un paese in cui quotidianamente si violano tali diritti.
La ns Costituzione, il codice deontologico, la Carta Europea dei diritti dell’Uomo sono limpide sulle decisioni di fine vita, e persino alcune sentenze obbligano a rispettare la libertà di scelta contro l’accanimento terapeutico, purtroppo ogni volta che si è portata alla luce questa vitale battaglia (Emilio, Luca Coscioni, Eluana Englaro, Piergiorgio Welby ,…) si è scatenata una campagna politica-mediatica vergognosa fomentata purtroppo dalle gerarchie vaticane per nulla cristiane. E’ banale ricordare che nessuno sarebbe costretto, se lo desiderasse, a rimanere in coma irreversibile per tutta la sua vita biologica.
Obbligando “forzatamente” a una “non vita” le persone in coma irreversibile contro la loro volontà, per i progressi scientifici e tecnologici della medicina, si dovranno creare sempre più reparti-comi in cui custodire per anni corpi senza coscienza che mai e poi mai avrebbero voluto una morte così atroce per sé e per i propri cari, con un costo economico per la sanità molto alto, ma più ancora con un costo umano dolorosamente indicibile.
Caro Sindaco, l’istituzione del Registro per il testamento biologico non comporterebbe – in una situazione drammatica di crisi economica – nessuna spesa, anzi, e ci avvicinerebbe a quell’Europa politica che mai come ora sarebbe importante.
Un Registro Comunale per le Anticipazioni di volontà nella nostra città è un segnale politico importante per tutto il nostro paese, di rispetto della vita, della morte, del dolore, dei diritti, della libertà di tutti noi.
Gabriella Gazzea Vesce
Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica