La legge parla di età fertile, ma non pone limiti. Perciò in Veneto si potrà accedere gratis alla procreazione assistita fino ai 50 anni.
La legge 40, che in Italia regolamenta la fecondazione artificiale, non pone limiti d’età alle donne che cercano un figlio in provetta bensì stabilisce che l’età sia «potenzialmente fertile». Sono le Regioni che hanno la facoltà di fissare una soglia per le prestazioni rimborsate dal Sistema sanitario. Dal punto di vista legislativo, la scelta del Veneto è legittima, ma da quello scientifico è giusto che le donne sappiano che oltre i 43-44 anni è statisticamente molto difficile mettere al mondo un bambino con le tecniche di procreazione assistita. Se a 30 anni le probabilità di gravidanza sono del 60 per cento, a 35 si riducono al 45, a 40 al 20 e dai 43 in su crollano sotto il 5. A 50 anni una donna è vicina all’esaurimento ovarico e i follicoli sono pochi. Non solo, con l’avanzare dell’età aumenta il rischio di aborto. S’impennano malformazioni e patologie del feto. Risultato: su 100 donne che si sottopongono a fecondazione assistita dopo i 43 anni, soltanto una riesce a partorire. A questo si aggiunga il carico fisico – per la stimolazione ormonale e l’intervento chirurgico – e il carico emotivo, grandi aspettative quasi sempre disattese. E giusto che le donne lo sappiano.