Quanto è innovativa l’agricoltura di un paese che si vanta in tutto il mondo delle sue eccellenze agro-almentari? Se siete affamati di conoscenza “La Nuova Agricoltura Sostenibile” è il convegno che fa per voi.
Il 19 marzo l’Associazione Luca Coscioni e Science for Democracy organizzano presso la Sala Capitolare del Senato in Piazza della Minerva a Roma.
Secondo una prima ricerca prodotta da NOMISMA emerge in maniera chiara come in un quadro di confronto europeo il posizionamento dell’Italia per quel che riguarda la capacità di creare le condizioni per facilitare la creazione e diffusione di innovazione tra le imprese risulti essere in molti casi molto arretrato.
Lo studio dei fattori abilitanti l’innovazione (risorse umane, sistema della ricerca, finanza e supporto, infrastrutture fisiche e digitali) evidenzia come l’Italia sia il fanalino di coda nell’UE per la percentuale di popolazione con un livello di istruzione terziario (25%) – alle spalle della Romania – e rispetto a un valore medio per l’UE di poco inferiore al 40%.
Il sistema della ricerca italiano deve fare passi in avanti: il numero di co-pubblicazioni scientifiche internazionali per milione di abitanti in Italia risulta essere di circa 552, in Danimarca i valori sono quattro volte superiori. Una delle cause di questo divario è il frutto di limitati investimenti pubblici in Ricerca e Sviluppo pari allo 0,54% del PIL a fronte di una media UE superiore allo 0,7%.
L’innovazione si sviluppa e diffonde più rapidamente se all’interno di un sistema con infrastrutture avanzate: l’Italia è uno dei fanalini di coda dell’UE in termini di numero di imprese che accedono ad internet con velocità oltre i 30 Mb/s (16%) e in posizione intermedia per quanto riguarda il rapporto tra i km di strade e ferrovie e la superficie totale (in Germania i sistemi di viabilità sono più estesi di circa il 60% rispetto all’Italia).