Un tempo era Galileo, oggi sono le cellule staminali. La Santa Sede guarda al passato e si ripropone di non ripetere gli errori di allora. «Il caso Galileo insegna alla Chiesa ad accostarsi ai problemi scientifici con molta umiltà e circospezione, fossero anche quelli legati alla più moderna ricerca sulle cellule staminali» afferma monsignor Sergio Pagano presentando nuovi documenti sul processo contro lo scienziato pisano.
Al segnale di apertura nei confronti di un settore della ricerca controverso per l’uso che può fare degli embrioni, il capo dell’Archivio segreto vaticano fa seguire un contrappeso: «Il caso Galileo insegna anche alla scienza a non presumere di far da maestra in materia di fede e Sacra Scrittura». Ma il gesto di distensione nei confronti di una ricerca che promette di curare molte malattie è chiaro. Le condanne contro la ricerca sulle staminali potrebbero essere «frutto degli stessi preconcetti con cui si condannava ai tempi di Galileo la teoria copernicana» dice Pagano rispondendo alla domanda su quali insegnamenti si possano trarre dalle vicende del padre dell’astronomia. Ma di fronte all’apertura della Chiesa, il governo italiano chiude i rubinetti al finanziamento della ricerca sulle staminali embrionali. Pur essendo questi studi legali (purché la distruzione degli embrioni non avvenga in Italia e le cellule siano importate dall’estero), solo i progetti in cui si usano staminali adulte hanno ricevuto i finanziamenti del ministero della Salute.
«È stata una scelta politica» si lamenta Elisabetta Cerbai sulle colonne della rivista scientifica Nature. La ricercatrice dell’università di Firenze, insieme alle colleghe Elena Cattaneo e Silvia Garagna degli atenei di Milano e Pavia, ha presentato ricorso al Tar contro il governo denunciando la "violazione del principio costituzionale di libertà della ricerca". Sempre ieri è partitala campagna informazione dell’associazione donatori di cellule staminali e della federazione nazionali ostetriche per spingere i genitori a donare il sangue del cordone ombelicale alle banche pubbliche. Ricco di cellule staminali, il sangue del cordone può essere trapiantato per curare le leucemie.