Spagna, allarme dei vescovi sulla “morte degna”

Avvenire
Michela Coricelli

 Non parla esplicitamente legalizzazione dell’eutanasia, ma il progetto di legge approvato dal governo di José Luis Rodriguez Zapatero e inviato al Congresso per l’iter parlamentare “lascia la porta aperta ad alcune omissioni volontarie che possono causare la morte o che tentano direttamente di accelerarla”. È l’allarme lanciato dalla Conferenza episcopale spagnola (Cee) dopo l’analisi del testo sulla “Regolazione dei diritti della persona di fronte al processo Finale della Vita” (o legge sulla “morte degna”, come l’ha ribattezzata la stampa locale). La norma prevede “condotte eutanasiche ai quali verrebbe garantita legalità, come la possibile sedazione inadeguata, l’abbandono terapeutico o l’omissione delle cure dovute”, denunciano i vescovi, che lunedì prossimo renderanno pubblico un ampio documento dedicato allo spinoso tema. Alla base del progetto di legge c’è una filosofia che “sembra sostenere implicitamente che una vita umana può essere priva di dignità da tutelare, nel momento in cui decida così – in modo autonomo – la parte interessata o addirittura, dato il caso, un’altra persona”.

Al contrario – ribatte la Cee – “la vita di ogni persona è sacra, anche quando è debole, sofferente o si trova al termine del suo periodo sulla terra”. Il compito delle autorità è difenderla: “Le leggi devono proteggere sempre la sua dignità e garantirne l’assistenza”. Al di là della difesa delle cure palliative (sulle quali non ci sono conflitti), uno dei punti più polemici del testo riguarda il concetto di “sedazione”: le associazioni pro-life alzano la voce, denunciando il tentativo di regolarizzare l’eutanasia con un sotterfugio legale, in fretta. Il paziente terminale sarà completamente libero di rifiutare qualsiasi intervento e medicinale, ma anche la semplice alimentazione e l’idratazione: il medico non si potrà opporre, dovrà semplicemente rispettare la decisione del malato. Non si riconosce l’obiezione di coscienza del personale sanitario – denuncia la Cee – che “in pratica sarà ridotto a mero esecutore della volontà dei pazienti”. La legge potrebbe essere approvata in Parlamento nell’arco di soli sei mesi.

 

 

*Nota dell’Associazione Luca Coscioni

Secondo il rapporto Eurispes gli italiani sono favorevoli all’eutanasia. I due terzi del campione intervistato (66,2%), infatti, dice sì, pur faendo però registrare un -1,2% rispetto al 2010. I pro sono il 67,9% degli uomini, contro il 64,6% delle donne. L’appartenenza politica fa registrare un un picco dell’82% di favorevoli alla pratica della “dolce morte” a sinistra e soltanto l’11,7% dei contrari.

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