‘Schiacciante, travolgente’. Con questi aggettivi il Times commenta il sostegno dell’opinione pubblica alla legalizzazione del suicidio medicalmente assistito secondo l’ultimo sondaggio commissionato dal quotidiano britannico. Quasi tre quarti (74 per cento) della popolazione chiede che i medici possano aiutare i pazienti terminali a porre fine alla propria vita. Il sostegno è particolarmente forte nella fascia fra i 55 e i 64 anni.
Dieci persone su sei chiedono che gli amici e i parenti possano aiutare i propri cari in fin di vita senza il timore di incorrere in procedimenti giudiziari. Ma contro la legge si sono sempre schierati circa due medici su tre, e proprio due settimane fa, a seguito di una dura presa di posizione del Royal College of Physicians, la Camera dei Lord ha bocciato una proposta di legge per decriminalizzare chi accompagna un proprio caro a togliersi la vita in Svizzera, dove il suicidio assistito e’ depenalizzato. Ma vi sono segnali forti che indicano un lento ma inesorabile allineamento dell’establishment medico-sanitario con l’opinione pubblica. Il Royal College of Nursing, l’associazione britannica degli infermieri, ha ritirato la propria opposizione al suicidio assistito, adottando una posizione di neutralità dopo una consultazione con i propri membri durata tre mesi. Molti infermieri sono oggetto di richieste da parte di pazienti disperati su come recarsi in Svizzera presso la clinica di assistenza al suicidio Dignitas per togliersi la vita. Il 49% degli infermieri britannici è oggi favorevole, solo il 40% si e’ invece detto contrario. Il sondaggio del Times, effettuato da Populus, e’ stato condotto una settimana dopo la morte del noto direttore d’orchestra Sir Edward Downes e di sua moglie. La coppia si è recata proprio presso Dignitas, dove già oltre 115 cittadini britannici sono stati assistiti. I figli di Sir Edward, che hanno accompagnato la coppia in Svizzera, sono stati interrogati dalla polizia, ma probabilmente non saranno incriminati per assistenza al suicidio.
La legge, che punisce con 14 anni di carcere l’aiuto o la complicità nel suicidio, e’ stata oggetto di numerose critiche per la poca chiarezza. La prossima settimana la Camera dei Lord si riunita nuovamente per discutere il senso di questa legge su richiesta di Debbie Purdy, affetta da sclerosi multipla e impegnata in una battaglia per assicurarsi che il marito non sia incriminato ove la accompagnasse in Svizzera. Il sondaggio ha rivelato che solo il 13 per cento dell’opinione pubblica è favorevole al suicidio medicalmente assistito indipendentemente dalla presenza o meno di una patologia terminale. L’85 per cento invece è favorevole solo in circostanze specifiche. Sarah Wootton, presidente dell’associazione Dignity in Dying, ha detto che il sondaggio rivela come la legge (e la politica) sia lontana dall’opinione pubblica. "Per prima cosa, il pubblico distingue fra suicidio assistito di un malato terminale e quello di persone che non stanno morendo. Secondo, il pubblico chiede misure di sicurezza per definire con chiarezza chi può e chi non può ricevere l’assistenza a morire". Imbarazzata la reazione dell’associazione che si batte contro la legalizzazione del suicidio assistito, Care not Killing Alliance, che lascia il commento ad un portavoce. L’associazione, che comprende medici e religiosi, sostiene che il sondaggio sia viziato dalla tragica vicenda di Sir Edward. Quello che conta, spiega, è che la Camera dei Lord "ha recentemente rigettato una modifica di legge (in tal senso) e ha ribadito la propria contrarietà ad ogni cambiamento legislativo".