Pieni poteri ai medici Inps contro le false invalidità

Enrico Marro

ROMA – Pensioni d’invalidità civile, tutto il potere all’Inps. Lo prevede l’articolo 20 del decreto legge anticrisi approvato venerdì scorso dal consiglio dei ministri. Articolo che sotto il titolo «Contrasto alle frodi in materia di invalidità civili » accentra l’intera gestione di questo capitolo, dalla presentazione delle domande alle visite mediche, sotto l’istituto di previdenza guidato da Antonio Mastrapasqua. Che ieri ha incontrato a Palazzo Chigi

il sottosegretario Gianni Letta proprio per approfondire le questioni legate a questa riforma. Le pensioni d’invalidità sono circa 2,6 milioni, per una spesa annua di quasi 15 miliardi di euro (in media, l’assegno è attorno ai 450 euro al mese). Nonostante le ricorrenti campagne di controllo il nu¬mero delle invalidità civili è in costante crescita: circa il 30% in più rispetto al 2004, tanto che la spesa prevista per il 2009 è di 16,2 miliardi. La diffusione sul territorio di queste pensioni presenta notevoli differenze. La massima concentrazione si raggiunge nella provincia di Nuoro dove risulta invalido quasi il 9% della popolazione. Tassi elevati anche a Benevento e Lecce, col 6%, mentre per esempio a Milano, Verona o Bergamo non si supera il 2,5%. Da tre mesi l’Inps sta effettuando una campagna di verifiche mediche, prevista dall’ultima legge finanziaria, su un campione di 200 mila titolari di questa prestazione.

Finora so¬no già state revocate il 13% delle pensioni, con punte di quasi il 22% in Sardegna e Sicilia, del 19% in Calabria e del 15,5% in Campania e Puglia. Anche se lo stesso Inps spiega che le revoche sono spesso dovute al venir meno dei requisiti sanitari (regresso della malattia invalidante in seguito a cure mediche) restano non pochi casi dove l’annullamento del beneficio è dovuto a una valutazione che era stata troppo generosa da parte delle Als, cui la legge ha affidato finora le visite per la concessione di questo tipo di pensioni. Per non parlare delle vere e proprie truffe. Non a caso l’Inps incrocerà la propria banca dati con quella della Motorizzazione civile per scovare, per esempio, i ciechi con la patente. Alla luce di tutto ciò e per riformare l’intera materia il governo intervie¬ne con l’articolo 20 del decreto legge. Dal primo gennaio del 2010, stabilisce la norma, le commissioni mediche delle Asl che visitano i cittadini che presentano domanda di «invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità», saranno «integrate da un medico dell’Inps quale componente effettivo ». Non solo. «In ogni caso — dispone l’articolo 20 — l’accertamento definitivo è effettuato dall’Inps», che avrà quindi l’ultima parola, attraverso i suoi medici, sulla concessione o meno del sussidio. E sarà sempre l’istituto di previdenza a accertare «la permanenza dei requisiti sanitari » nelle visite di richiamo per i titolari delle invalidità. In caso di revoca per insussistenza degli stessi requisiti, in cui vengano rilevati elementi di responsabilità per danno erariale, i prefetti sono tenuti ad inviare copia del provvedimento alla Corte dei conti per le eventuali azioni di sua competenza. Le domande di pensione non si presenteranno più all’Asl ma all’Inps, che poi le trasmetterà, «in tempo reale e per via telematica», alle Aziende sanitarie locali. Le modalità attraverso le quali l’Inps prenderà in carico la gestione delle invalidità civili saranno contenute in un accordo tra il ministro del Welfare e la Conferenza Stato-Regioni da concludere «entro novanta giorni».

Nei sessanta giorni successivi le Regioni stipuleranno con l’Inps le necessarie convenzioni per dare attuazione alla riforma. L’articolo 20 del decreto affronta poi il problema del contenzioso, visto che le cause pendenti sulle invalidità civili sono ben 320 mila. Si stabilisce che nel caso in cui il giudice nomini un consulente tecnico d’ufficio, per esempio per valutare chi abbia ragione sulla sussistenza o meno dei requisiti sanitari, alle indagini assista sempre anche un medico legale dell’Inps. Infine, la vera stretta sulle invali¬dità civili potrebbe arrivare dall’ultimo comma dell’articolo: entro trenta giorni è nominata dal ministro del Welfare, di concerto con l’Economia, «una Commissione con il compito di aggiornare le tabelle indicative delle percentuali dell’invalidità civile, già approvate con decreto del ministro della Sanità del 5 febbraio 1992, e successive modificazioni. Dalla attuazione del presente comma non devono derivare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica».