<b>13 Agosto 2003</b> – Marcello Neri, uno dei personaggi calcistici marchigiani tra i più popolari, sta affrontando il momento più difficile e delicato della sua vita, con grande dignità ed ammirevole coraggio, deciso a combattere e a vincere la terribile battaglia, contro un male che ha intaccato il suo fisico, ma non certo la sua tenacissima difesa morale. La forza gli viene da una fede profonda, dall'amore dell'adorata moglie Diana, dei suoi quattro figli e degli altri familiari, oltre che dall'affettuosa partecipazione degli amici, di tanti ex-compagni di squadra ed ex-allievi, i quali hanno avuto in Marcello un maestro di vita, oltre che di calcio. Qualche mese fa, gli è arrivata, da un dirigente del settore giovanile del Parma, che Neri ha «allevato» nelle giovanili del Rimini, all'inizio della sua carriera di tecnico, questa lettera, a corredo di una sbiadita foto di gruppo: «Caro mister, ieri sera, a casa dei miei genitori, mi è capitata tra le mani questa fotografia di tanti anni fa. Sono certo farle cosa gradita, inviandogliela. La speranza che ho nel cuore, pensando ai tanti giovani che incontro continuamente, è che, tra vent'anni, si ricordino di me con la medesima gioia, lo stesso affetto, la stessa stima che io ho provato e continuo a provare per lei. A presto».
A Marcello brillano gli occhi anche quando ci mostra una pergamena con le firme dei genitori dei ragazzini del Circolo Cral di Palombina Vecchia, in mezzo ai quali ha operato negli anni più recenti. E sopra le firme, questa dedica: «Ogni bambino ha il suo genitore, ma per i tuoi ragazzi sei qualcosa di più: amico, confidente, allenatore». Marcello non riesce poi a trattenere la commozione quando la sua Diana ci racconta che, in occasione della sua ultima visita al campetto del Circolo, uno dei suoi piccoli allievi, con una carezza, gli ha sussurrato: «Tutte le sere prego per te».
Le sofferenze sono grandi, i momenti di sconforto fanno capolino, ma Marcello ha tanta voglia di aggredire, a sua volta, il male. «Debbo crederci, con grinta e convinzione, per i miei cari, e per tutti coloro che fanno il tifo per me. Non avrei mai pensato che fossero così tanti. Sono in cura dal professor Pierpaoli, un ricercatore senigalliese che opera in Svizzera, e che mostra un ottimismo, che mi sta contagiando. Mi ha assicurato che tornerò a camminare con le mie gambe, da parte mia, ce la metterò tutta». La signora Diana, con un sospiro, annuisce. Ce la ricordiamo, sugli spalti di Rimini, quando, bella e giovanissima, seguiva le prodezze del suo uomo, accanto alle sorelle di Marcello.
Abbiamo rivissuto molte tappe della sua carriera, da calciatore e da trainer, di cui siamo stati ammirati testimoni. Della sua malattia, l'atrofisia cerebrale multisistemica, ancora più rara del morbo di Gehrig, parla con distacco, senza drammatizzare: «Sarò sempre pronto a contrastarla. So che non è possibile l'innesto di cellule staminali, tuttavia i progressi della scienza potrebbero cambiare le cose. Il magistrato torinese Guariniello mi ha chiesto informazioni sul mio curriculum di calciatore, visti i molti casi sospetti nel mondo del calcio, ma non credo che gli darò questa documentazione, perchè non penso che queste malattie siano da mettere in correlazione con l'attività di calciatori. Del resto, nessun giocatore delle squadre con cui sono stato, a quanto mi risulta, ha mai avuto problemi di questo genere. Penso semmai che l'aver chiesto sempre il massimo al proprio fisico, possa portare ad un logoramento».
Anche l'aspetto economico fa sentire il suo peso. Trattandosi di una malattia rara e non riconosciuta, il servizio sanitario non corrisponde rimborsi e contributi. «Solo per i farmaci – ci dice la signora Diana – dobbiamo sostenere una spesa mensile superiore al mezzo milione di vecchie lire. Ma questo è il meno…». E per fortuna che Marcello Neri, quando era capitano del Venezia, a metà degli anni sessanta, fu tra i promotori della richiesta di riconoscimento della pensione per tutti i tesserati del settore professionistico; riconoscimento sino ad allora assolutamente ignorato.
<i>di CARLO CRISTIANI </i>