Gad Lerner ha già deciso: quattro crocette sulla scheda e altrettanti sì, non solo per bocciare la legge voluta dalla Cdl ma per “ribadire in un momento molto infelice la laicità dello Stato e della politica”. Del dibattito lacerante sul referendum il giornalista vicino alla Margherita è rimasto molto impressionato (negativamente) dalla “clamorosa intervista” di Giulio Andreotti al Corriere.
“Onore alla chiarezza con cui il senatore a vita ha detto che si piegherà alla disciplina imposta dalle gerarchie ecclesiastiche – riconosce Lerner – Ma mi pare che abbiamo fatto molti passi indietro”. Se Aldo Moro, Oscar Luigi Scalfaro e Franco Marini hanno “più volte litigato con i vescovi”, perché Andreotti “si è allineato al richiamo disciplinare del Vaticano?”. Il cardinale Camillo Ruini ha “pieno diritto” di esprimere come la pensa, ma la Chiesa italiana, ragiona Lerner, sta facendo dell’astensione al referendum “una questione di vita e di morte mentre non lo è, non deve esserlo”. Ed è contro questo pessimismo di fondo che “porta alla sconsolata rottura col mondo laico” che Lerner andrà a votare, con tanta voglia di dire ai cattolici “coraggio, non è l’ultima spiaggia…”.
Anche Yasha Relbman, portavoce degli ebrei di Milano, dirà quattro volte sì all’abrogazione della legge 40. “Al di là delle mie opinioni personali penso che uno Stato laico debba fare un passo indietro e consentire a tutti di compiere le proprie scelte. E poiché la Costituzione prevede il quorum, noi andremo a votare perché venga raggiunto”. E se il governo fisserà la data a giugno? “Impedirà a molti di partecipare”.