<i>Gastaldi: «Il non poter

<i>Gastaldi: «Il non poter usare seme e cellule eterologi penalizzerà le donne malate»
IL CASO. Il 15% delle coppie ha problemi di fertilità. Il medico dà voce al disagio di chi «boccia» la nuova normativa</i>

<b>3 Marzo 2004</b> – La nuova legge sulla fecondazione assistita, la 1514, non piace ai medici bresciani che si occupano di nascite assistite, così come non piace alle decine e decine di bresciani che hanno difficoltà, a chi da anni cerca di concepire un bambino e che ripone le ultime speranze nella Fivet o nelle altre tecniche che aiutano a portare a buon fine una gravidanza. A dare voce al disagio che si sta diffondendo anche nella nostra città per la legge approvata nei giorni scorsi in Parlamento, è il dottor Carlo Gastaldi, da 14 anni in prima linea nella fecondazione assistita, 7000 interventi alle spalle, «padre» di centinaia e centinaia di bambini in provetta. Per molte donne Gastaldi, così come i colleghi che fanno fecondazione assistita, è visto come un «mago». «È una legge talebana che colpisce molte persone se si considera che il 10-15 per cento delle coppie in età riproduttiva ha problemi di infertilità. Il problema non è di poco conto – esordisce Gastaldi – se si considera che tempo fa «Nature» ha diffuso la notizia che è nato il milionesimo bambino in provetta e che in Italia il 2,3 per cento dei bambini nati, vede la luce solo grazie alle tecniche di fecondazione assistita». Si tratta di un problema, quindi, che non riguarda poche persone, ma che investe molte coppie.
La nuova legge sulla fecondazione assistita vuole regolamentare, in sostanza, il diritto di fare figli non di qualche centinaio di coppie, ma di almeno 43mila coppie che ogni anno, sul territorio nazionale, scoprono di essere infertili.
«Di queste 43 mila coppie – prosegue Carlo Gastaldi – almeno 25mila avrebbero bisogno di interventi di fecondazione assistita». Ma la nuova legge ha posto dei «paletti» che rischiano di deludere una buona percentuale di queste coppie.
«Il problema principale – fa sintesi Gastaldi, da quattro anni alla Città di Brescia – è che la nuova legge vieta l