II caso Gosling è eutanasia?

Stafano Magni

Nel caso Gosling c`è tutto: amore e morte, omosessualità ed eutanasia, libertà e dubbio. Prepariamoci al dibattito, perché irti l`arresto di questo presentatore veterano della Bbc, Ray Gosling, sconosciuto in Italia ma popolarissimo in Gran Bretagna, non rimarrà privo di conseguenze. Secondo la legge britannica, l`anchorman televisivo è reo confesso di omicidio dei suo compagno, malato di Aids.

In una intervista rilasciata a un programma della Bbc, Inside Out, Gosling ha dichiarato in pubblico di aver soffocato con un cuscino il suo compagno, senza precisare il luogo e il momento dell`assassinio, né l`identità della vittima. Non ci sono dubbi, dunque. E` colpevole. Ma il caso non è così semplice. Perché il compagno di Gosling era malato terminale: i medici non gli avevano lasciato alcuna speranza di vita e nei prossimi mesi avrebbe sofferto tantissimo. Secondo: voleva morire. Terzo: aveva stretto un patto con Ray per un suicidio assi- stito, nel caso non ci fossero state più speranze di guarigione, prima che la malattia entrasse nella sua fase più dolorosa. "Avevamo questo accordo" – ha detto il settantenne anchorman ai microfoni della sua televisione – "se le cose si fossero messe male, io avrei posto fine alla sua vita. Ed è quello che ho fatto: i medici avevano detto che non c`era più niente da fare e lui soffriva in modo terribile". Il gesto, dunque, non rientra nella semplice categoria "assassinio", ma in quella più complessa e controversa di "eutanasia". Il suicidio assistito, in Gran Bretagna, così come in Italia, è reato. In Inghilterra si rischiano fino a 14 anni di carcere, ma l`opinione pubblica è sempre più favorevole a una sua legalizzazione. Il primo punto del dibattito è: chi ha diritto di porre termine alla vita del compagno? In Italia un omosessuale ricoverato, privo di coscienza, non può neppure essere assistito dal suo compagno, se la sua famiglia si op- pone: non sono riconosciute le coppie di fatto. In Inghilterra, in questo caso, abbiamo un marito di fatto che ha deciso, non solo di assistere un partner terminale, ma di prendere decisioni sulla sua vita o morte. Secondo: in che circostanze è avvenuto il suicidio assistito? La vicenda è ancora nella nebulosa. Il compagno di Ray Gosling era veramente impossibilitato suicidarsi da solo? Era paralizzato al punto da non poter compiere fisicamente il gesto estremo senza l`assistenza di un esterno? O il suo era un blocco psicologico e Gosling lo ha aiutato a fare quello che non aveva il coraggio di fare? In questa ultima circostanza, avremmo un altro tipo di eutanasia rispetto ai casi Englaro e Welby, a lungo dibattuti in Italia: non un suicidio assistito, ma un vero e proprio omicidio richiesto. Infine: il dubbio. Il racconto di Gosling è talmente vago da apparire irreale. Un uomo è morto e non si sa nulla di lui. Non si sa nemmeno se volesse realmente morire.

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