Cellule staminali, a quale Dulbecco dare retta? Ai giornali dice una cosa, sui libri ne scrive un’altra.

Antonio Socci
Va segnalato e seguito il teso confronto fra due importanti scienziati. Il primo è Renato Dulbecco, genetista e biologo, premio Nobel. E’ un vero luminare, un saggio ed è stato anche un simpatico presentatore del festivai di Sanremo con Fabio Fazio. Il secondo si chiama Dulbecco Renato, fa anch’ egli il genetista e biologo e ha preso lui pure il Nobel (guarda caso anche il secondo ha fatto il simpatico presentatore a Sanremo)

Entrambi hanno presieduto la Commissione istituita dal ministro della Sanità del tempo, Umberto Veronesi, sulle questioni di bioetica. E’ dunque curioso che non si siano mai incontrati e parlati. Avrebbero potuto chiarirsi le idee sul tema che ieri ha contrapposto i due studiosi: le cellule staminali embrionali.
Intervistato dal Sole 24 Ore il primo DuIbecco afferma: “Non spetta alla scienza stabilire se è lecito impiegare a scopo di ricerca le cellule staminali embrionali umane,ma è compito dei cittadini definirne la questione, dal momento che si tratta di un problema etico. E’ giusto quindi proporre sotto forma di referendum un tema che riguardatutti… Il compito degli scienziati è identificare quali sono le possibilità di utilizzo di queste cellule che aprono senza dubbio una nuova frontiera della medicina”.Anche se per quanto riguarda le staminali embrionali —”nonostante siano numerosi in tutto il mondo gli studi sperimentali che impiegano questo tipo di cellule, allo stato attuale non si hanno risposte definitive, ma si parla purtroppo ancora in termini di possibilità”.Se il Sole 24 Ore (schieratissimo e monolitico sui referendum) non si fosse limitato a darla parola a questo professor Dulbecco, avrebbe potuto accorgersi che in libreria è appena arrivato un volume, scritto dal secondo Renato Dulbecco, “Scienza e società oggi” (Bompiani), dove si esprime una posizione radicalmente diversa, che risponde a tutte le domande sollevate dal primo Dulbecco. Scrive dunque il secondo Dulbecco: “Attualmente questa prospettiva (l’uso terapeutico di cellule staminali, ndr) sembra avere buone possibilità di riuscita… (ma) la questione fondamentale è sempre la seguente.
Come ottenere queste cellule staminali? Dagli embrioni? Ma questo è assolutamente impossibile, perché esistono ragioni etiche molto serie per non farlo.
Per la verità, si è pensato di aver trovato la soluzione a questo dilemma, utilizzando colture di cellule staminali derivate dà embrioni vivi congelati, cioè embrioni in eccesso derivanti da fecondazioni in vitro e non utilizzati.
Gli Stati Uniti hanno espressamente autorizzato l’uso di queste colture… anche se questo procedimento, sul piano etico, non risulta del tutto corretto, perché per ottenere le cellule questi embrioni sono stati soppressi. Più recentemente però” spiega il secondo Dulbecco “si è compiuta una scoperta assolutamente impressionante. Si è infatti scoperto che le cellule staminali non sono presenti solo nell’embrione precoce, ma si trovano in tutti gli organi del nostro corpo… Attualmente queste cellule (staminali adulte, ndr) vengono già usate, con ottimo profitto, per la cura di determinate malattie genetiche del midollo spinale e si è visto che sono veramente curative ed efficaci. Ma il fatto che queste cellule staminali del midollo osseo possano indirizzarsi in molteplici direzioni costituisce una possibilità del massimo interesse, che modifica, in modo davvero sensibile, le nostre possibilità future di azione.

Conclusioni del secondo Dulbecco: “Possiamo allora affermare che con l’utilizzazione delle cellule staminali i conflitti tra scienza e società verranno finalmente eliminati? A mio parere la risposta è indubbia ed è positiva: questa scoperta ci permette di superare un ostacolo molto grave, soprattutto sul piano etico. Il conflitto tra scienza e società non poteva che essere molto forte quando si pensava, come abbiamo visto, di dover utilizzare cellule staminali ricavate direttamente dagli embrioni umani vivi che dovevano essere soppressi. Ora, invece. questo conflitto non ha più ragion d’essere’ pertanto, non dovrebbe più insorgere…poiché secondo il metodo che ho descritto, tramite il sangue del cordone ombelicale, le cellule staminali vengono ricavate direttamente dal midollo osseo”.

Questo libro è appena uscito (nel 2004), ma il testo è del 2002 e com’è noto ai lettori del Foglio da allora altre strade di ricerca hanno portato gli studiosi a ricavare cellule staminali senza “sacrificare” embrioni, confermando dunque questo giudizio del secondo Dulbecco. Del resto sempre nello stesso libro, lo scienziato risponde alla domanda su quali sono i limiti della scienza ovvero “di fronte a cosa deve fermarsi”. E nella sua risposta dice fra l’altro: “Quando si poneva il problema di ricavare le cellule staminali dagli embrioni congelati è evidente che si sono subito delineati dei precisi e importanti problemi etici, veramente importanti… (perché) queste cellule staminali dovevano essere prelevate da embrioni congelati che erano ancora vivi e per prelevarle occorreva, dunque, uccidere questi embrioni.

L’ uccisione dell’embrione congelato costituisce un problema etico molto difficile e decisamente irrisolvibile. Già in questo caso si vede bene dove la scienza può e deve fermarsi”. Resta da capire se, come e perché i due Dulbecco (quello che rilascia dichiarazioni al Sole 24 Ore e quello che ha scritto quel libro) non si siano mai parlati. Misteri della scienza. Ma, per finirla con l’ironia, vorrei spezzare una lancia in favore dell’unico e ottimo professor Dulbecco: una dichiarazione volante rilasciata a un giornale non rende giustizia al pensiero di un grande studioso come un suo libro, ampio e argomentato. Dunque,per conoscere il suo pensiero, sarebbe giusto rifarsi al suo volume (è un consiglio che giriamo anche ai colleghi del Sole).