Pipi, voto sull’istituzione di un servizio pubblico trasformato in confronto ideologico sulla vita e sulla morte
Dichiarazione di Pietro Pipi, segretario dell’Ass.ne radicale Trasparenza è partecipazione
Ieri 13 luglio 2009 il Consiglio Comunale di Gorizia ha discusso, ma non votato, la petizione popolare firmata da 243 cittadini volta ad istituire un registro dei testamenti biologici a Gorizia, presentatore dott. Pietro Pipi. La discussione non è terminata visto il protrarsi della stessa fino ad ora tarda ma il risultato si delinea chiaramente: la petizione non verrà accolta nella più ampia e consolidata logica di schieramento. Non è un provvedimento della maggioranza dunque, anche se è condivisibile, non può essere approvato. Ho seguito attentamente il dibattito in qualità di segretario dell’Associazione radicale di Gorizia, promotrice dell’iniziativa.
Proprio il fatto che siamo stati noi radicali a presentare la petizione sarà uno dei motivi di respingimento, si è compreso benissimo, durante la discussione, dalle parole di esponenti della maggioranza come Valenti, Lusina, Noselli ed il Sindaco stesso. Ma a questi consiglieri vorrei dire che quando raccogliemmo le firme non abbiamo chiesto ai firmatari se avessero in tasca una tessera radicale o di altro partito: la petizione è frutto della volontà di cittadini di centro destra, di centro sinistra e di centro niente. Molti consiglieri, durante il dibattito, hanno trasformato quello che doveva essere un voto sull’istituzione di un nuovo servizio pubblico in un confronto ideologico sulla vita e sulla morte. Affrontare questi argomenti in un consiglio comunale non serve a dare risposte concrete ai cittadini e certo non le ha date ai sottoscrittori della petizione che chiedevano e chiedono una cosa semplice: "Aprite uno sportello pubblico per raccogliere e custodire le volontà di fine vita, indipendentemente da quali siano." La risposta sarà no. Questo Comune non lo farà, per mera faziosità partitica: L’hanno proposta i radicali, dunque non deve passare! La battaglia sui diritti civili e di libertà non finisce qui, come non è finita quella sui referendum comunali e quella sul difensore civico. Un risultato lo abbiamo già ottenuto: abbiamo fatto vivere uno strumento di democrazia diretta, abbiamo promosso cultura ed abbiamo acquisito il sostegno ufficiale del PD goriziano. Ci sentiamo pronti allora per partire con una analoga petizione alla Provincia di Gorizia chiedendo di istituire in tempi brevissimi, prima che la legge passi al Parlamento, un registro provinciale dei testamenti biologici affinché possano usufruirne anche i cittadini goriziani che verranno deprivati di questa possibilità.